Durante il Festival Treccani della lingua italiana 2022, la fisica dell’atmosfera Serena Giacomin ha parlato tra le altre cose di cultura del rischio. In un’epoca di crisi climatica infatti, sappiamo che aumenteranno le alluvioni, la siccità, le frane e gli incendi. Per questo è importante conoscere i rischi e quindi prepararsi a questi tipi di disastri ambientali.
In uno dei suoi interventi al panel, Giacomin si chiede: “Quanti cittadini italiani sanno come si dovrebbero comportare prima, durante o dopo un’alluvione?”
Questa domanda mi ha fatto riflettere e mi sono resa conto che personalmente non mi ero mai nemmeno posta il problema. È per questo che ho deciso di studiare le procedure consigliate sul sito della Protezione Civile e di scrivere questo articolo riassuntivo.
Saper leggere il sistema di allertamento regionale
Partiamo dalle basi. Ci può capitare di leggere sul cellulare o sentire al TG che la nostra regione è in “allerta gialla”. Ma cosa significa? Come funzionano i tre livelli di allerta della Protezione Civile?
- Allerta gialla (criticità ordinaria). Sono previsti fenomeni intensi, pericolosi per attività particolari. Ad esempio, potrebbero allagarsi i sottopassi o esserci rigurgiti fognari. Nei casi peggiori, avverranno frane, piene improvvise e colate rapide molto localizzate.
- Allerta arancione (criticità moderata). Sono previsti fenomeni più intensi, pericolosi per cose e persone. Ad esempio, inondazioni, frane e colate in contesti geologici critici.
- Allerta rossa (criticità elevata). Sono previsti fenomeni estremi, molto pericolosi per cose e persone. Ad esempio, inondazioni e frane numerose e di maggiore entità ed estensione.
In caso di alluvioni
Premessa
Innanzitutto è importante conoscere il proprio territorio e sapere quali sono le alluvioni tipiche e dove avvengono più spesso. Infatti, se in un posto ci sono state alluvioni in passato, è probabile che ci saranno anche in futuro. A questo proposito si può consultare la cartina qui sotto, creata dall’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che segnala le aree italiane allagabili.
Durante le alluvioni, l’acqua può salire velocemente, anche di uno o due metri, quindi il luogo in cui ci si trova può fare la differenza. In casa, le aree più pericolose sono quelle in basso, come cantine, seminterrati e piani terra. All’aperto, sono più a rischio i sottopassi, le strade con forte pendenza e i tratti vicini agli argini e ai ponti, che potrebbero crollare d’improvviso.

Cosa fare in caso di allerta
Durante l’allerta, di qualsiasi colore, bisogna naturalmente tenersi informatə sulle criticità previste. Ma è importante anche non soggiornare e dormire nei piani più bassi; proteggere con paratie o sacchetti di sabbia le porte al piano strada; chiudere cantine, seminterrati o garage.
In caso di necessità di spostamenti, bisogna studarsi bene il tratto da percorrere ed evitare le zone allagabili.
Cosa fare durante le alluvioni
Al chiuso
Se durante l’allerta è ancora possibile fare alcuni ultimi atti di prevenzione dei danni, durante le alluvioni si dovrebbero evitare. Infatti, è sconsigliato scendere in cantina per mettere al sicuro i propri bene o tentare di levare l’auto dal garage.
Invece è fondamentale agire in fretta nel caso in cui ci si trovasse nei piani inferiori proprio durante il disastro climatico. Bisogna salire immediatamente di sopra e aiutare le persone in difficoltà a farlo, ma evitando sempre l’ascensore.
Infine, è importante:
- chiudere il gas e disattivare l’impianto elettrico;
- non bere acqua dal rubinetto: potrebbe essere contaminata;
- limitare l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi.
All’aperto
In generale, è sconsigliato l’uso della macchina per il rischio di rimanere intrappolati in sottopassi e per la pericolosità di attraversare ponti o viaggiare lungo gli argini. Ma anche a piedi ci sono molti pericoli. Infatti, è importante allontanarsi dalle zone allagate, magari raggiungendo un’area elevata. Tuttavia bisogna fare attenzione ai pendii o scarpate artificiali che potrebbero franare. Soprattutto, durante gli spostamenti, bisogna camminare con cautela per non finire in voragini, buche o tombini aperti.
Dopo le alluvioni
Al chiuso
Quando l’alluvione è terminato, si potrebbe avere voglia di agire immediatamente per spalare via il fango o svuotare le cantine dall’acqua accumulata. Ma è fondamentale aspettare le indicazioni delle autorità. Anche prima di riattivare il gas e l’impianto elettrico, bisogna chiedere un parere tecnico.
Inoltre, anche le attività più semplici e quotidiane potrebbero essere compromesse. Ad esempio andare al bagno potrebbe essere rischioso, se le reti fognarie, le fosse biologiche e i pozzi sono stati danneggiati. Persino bere l’acqua dal rubinetto è sconsigliato perché potrebbe essere stata contaminata dall’alluvione.
In breve, per sapere quando poter riprendere qualsiasi attività, bisogna aspettare gli avvisi e le ordinanze comunali.
All’aperto
Se invece durante l’alluvione ci si trovava all’esterno di un’abitazione, bisogna stare molto più attenti. I pericoli infatti non sono solo le voragini, le buche, i tombini aperti e i cavi elettrici tranciati. L’acqua potrebbe anche essere inquinata da carburanti o altre sostanze, quindi è fondamentale starne lontano. Tuttavia sono pericolose anche quelle zone dove l’acqua si è già ritirata, perché il fondo stradale potrebbe essere indebolito e cedere.
Altre buone abitudini
- Rispetta l’ambiente. Se vedi rifiuti ingombranti abbandonati, segnalali immediatamente all’azienda che gestisce i rifiuti nella tua città. Anche per questo sono importanti i clean up che The Black Bag organizza: per levare dalle strade e dalle spiagge rifiuti pericolosi che possono diventare letali durante un’alluvione.
- Chiedi al tuo Comune informazioni sul Piano di emergenza. Informati anche sugli strumenti che il Comune e la Regione utilizzano per diramare l’allerta, soprattutto assicurati che la tua scuola o il tuo luogo di lavoro ricevano le allerte e abbiano un piano di emergenza per il rischio alluvione.
- Scopri quali sono le aree alluvionabili, le vie di fuga e le aree sicure della tua città.
- Verifica che il percorso per raggiungere in fretta i piani più alti del tuo edificio sia agevole.
- Evita di conservare beni di valore in cantina o al piano seminterrato.
- Tieni in casa copia dei documenti, una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile e assicurati che ognuno sappia dove siano.
Io non rischio
Infine, vorrei parlare brevemente dell’iniziativa “Io non rischio” che proprio il 15 ottobre ha lanciato una diretta nazionale in web-streaming dall’Istituto Cine-TV “Roberto Rossellini” di Roma per parlare della campagna 2022.
“Io non rischio” è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di Protezione Civile. Per capire davvero tutti i rischi e i modi di superarli, a volte non basta leggere articoli o siti dedicati. Infatti, l’ideale sarebbe poter parlare con qualcuno della protezione civile che conosce il territorio e il pericolo. Da qui è nata l’idea dell’iniziativa: formare i volontari sulla comunicazione del rischio e farli andare in piazza, nella loro città, a incontrare i cittadini e informarli.
Ormai dall’appuntamento nelle piazze “fisiche” delle città si è aggiunto, in maniera spontanea, quello nelle piazze “digitali”, dove i cittadini possono fare ogni genere di domande ai volontari della Protezione Civile.