La città incantata

Direi che ormai abbiamo capito che lo Studio Ghibli inserisce in quasi tutti i suoi prodotti una coscienza profondamente ambientalista. Oggi parliamo di un’opera che è rimasta per 19 anni il lungometraggio con più incassi nella storia del Giappone e che ha vinto sia l’Orso d’Oro a Berlino e l’Oscar per miglior film d’animazione. La città incantata di Hayao Miyazaki (2001) infatti è conosciutissimo e spero moltə di voi l’abbiano già visto.

Tuttavia, rispetto a Princess Mononoke o Pom Poko, qui l’ambiente non è il tema centrale e la critica alla società capitalista potrebbe rischiare di scomparire dietro al mondo magico e inquietante creato dal regista. Quindi è importante approfondire alcune scene che esprimono chiaramente l’amore per l’ambiente dello Studio Ghibli.
Se come me vi viene voglia di rivederlo solo a parlarne, lo potete trovare su Netflix.

Il consumismo

All’inizio del film la famiglia della protagonista trova la famosa città incantata del titolo. I genitori affamanti vedono quello che sembra un mercato abbandonato pieno di cibo e dopo qualche esitazione cominciano a mangiare tutto ciò che trovano. Chihiro invece non ne vuole sapere, ha paura che i proprietari si possano arrabbiare. Per rassicurarla suo padre le dice di non preoccuparsi perché tanto lui ha le carte di credito e i contanti.

In questa scena è rappresentata chiaramente la società consumista dei paesi sviluppati. I genitori infatti pensano solo all’eventuale prezzo in denaro dei prodotti che consumano, invece di interessarsi a come siano stati fatti o perché ce ne sia una quantità così spropositata a loro disposizione.

Anche la punizione che subiranno è molto evocativa: per aver divorato tutto senza pensare verrano trasformati in maiali, incapaci di opporsi allo spirito che apparirà nel chiosco dopo il tramonto.

Scena della Città incantata in cui il padre della protagonista mangia tutto ciò che vede
I genitori di Chihiro banchettano senza farsi troppe domande.

L’ambientalismo

Più avanti nel film, il primo lavoro assegnato alla protagonista ci regala una magnifica scena di denuncia contro l’inquinamento dei fiumi e dei mari.

Alla povera Chihiro viene detto di preparare un bagno per uno Spirito del Cattivo Odore, ma durante il lavaggio la ragazza si rende conto che dentro al cliente c’è una bicicletta.
A questo punto chi ha già partecipato a un clean-up con The Black Bag sa che sulle spiagge di Genova si possono trovare i rifiuti più assurdi e disparati. E possiamo stare certi che delle biciclette arrugginite abbiano attraversato anche il Tevere a Roma purtroppo.

Ma torniamo alla Città incantata. Lin e gli altri inservienti aiutano Chihiro a estrarre tutta l’immondizia che aveva reso il cliente così sporco e maleodorante. Si scopre infatti che non era altro che il Dio del Fiume, talmente inquinato da sembrare uno spirito di fango nauseante.

Questo è quello che succede spesso con i luoghi naturali inquinati: dietro al fetore, sotto alla plastica, si nasconde un mondo meraviglioso che sta morendo a causa dell’inquinamento. Pulire le spiagge serve a salvaguardare l’ambiente, ma serve soprattutto a ricordare alle persone quanto fossero belle quelle zone e quanto sia importante smaltire i propri rifiuti correttamente.

Scena della Città incantata in cui Chihiro pulisce il Dio del Fiume
Chihiro e Lin estraggono la bicicletta dal corpo dello spirito.

Il capitalismo

Infine c’è un personaggio, uno dei più conosciuti, rappresentati e forse amati, che però arriva a simboleggiare il capitalismo. Senza-volto è uno spirito che può materializzare qualsiasi cosa a suo piacimento. Inizialmente sembra aiutare Chihiro, anche se lo fa più che altro per ricevere le sue attenzioni.

Il momento cruciale in cui Senza-volto comincia la sua trasformazione in mostro capitalista è quando vede la gioia dei lavoratorə che ricevono oro dal Dio del Fiume. Una volta capito il potere del denaro, inizia a crearlo e farsi servire da tuttə – che sono anche felici di assecondarlo perché in questo modo guadagnano. Si accorgeranno che il loro cliente-padrone è diventato un mostro che li divora, quando ormai è troppo tardi. Lo spirito timido dell’inizio del film si è trasformato in un enorme massa nera con quattro zampe, che urla ordini e mangia chi e cosa vuole.

Diciamo che questa immagine non necessita di molte spiegazioni o commenti ulteriori. È evidente che il sistema capitalistico sembrasse un’ottima idea all’inizio, dopotutto aveva portato il boom economico, infatti i lavoratorə delle terme e lo stesso Senza-volto adorano la loro nuova vita. Il problema è che seguire il profitto a ogni costo non è mai una buona idea. Nella Città incantata tutto si risolverà grazie all’innocenza e alla bontà di Chihiro. Nel nostro mondo invece il capitalismo ha causato la crisi climatica in cui ci troviamo ed è per questo che per uscirne abbiamo bisogno di un cambiamento sistemico a livello mondiale.

Scena della Città incantata in cui Senza-volto è diventato un mostro.
Senza-volto ha divorato tutto il possibile, ma non è ancora soddisfatto.

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Yoga è stata pescata accidentalmente da un peschereccio a strascico davanti alla costa di Cesenatico. Attualmente sta svolgendo il processo di riabilitazione in vasca presso le strutture di Cestha e nei prossimi giorni svolgerà gli accertamenti veterinari. Ancora non ha iniziato ad alimentarsi, si deve ancora abituare alla sua vasca.

The Black Bag ha deciso di battezzarla con il nome Yoga - dopo averla adottata - per ringraziare David e Gruppo Yoga Solidale Genova per aver contribuito, con una donazione, alla sua adozione.

Bellolampo viveva insieme al suo branco di cani liberi nella discarica di Palermo situata in Via stradale Bellolampo, dalla quale prende il nome.

Non sappiamo esattamente perché, ma il branco è stato catturato e portato nel canile municipale di Palermo, un luogo assolutamente inospitale, inadeguato e spaventoso per tutti i cani, ma soprattutto per i cani nati liberi che non hanno praticamente mai avuto contatti con l’uomo.

La data di nascita viene indicativamente riportata come l’1/12/2015 e l’ingresso nel canile di Palermo è avvenuto il 9/4/2016.
Bellolampo aveva solo 4 mesi quando è stato tolto dal suo territorio nativo e separato dai suoi fratelli per essere chiuso in un box sovraffollato.

Una volontaria del canile di Palermo segnalò a Buoncanile l’urgenza di trovare una sistemazione migliore per lui così riuscirono a farlo arrivare a Genova nell’ ottobre 2016 insieme ad un'altra cagnolina, Papillon.

Furono i primi cani del #buoncanileprogettopalermo.

Bellolampo ha subito manifestato una forte paura nei confronti delle persone e dell’ambiente, arrivando anche a mordere, mentre si è dimostrato da subito capace e desideroso di instaurare forti legami con gli altri cani.

Nel tempo ha imparato a fidarsi dei gestori del canile e piano piano ad aprirsi anche a pochi volontari selezionati.

Essendo un cane molto carino e anche di piccola taglia negli anni ha ricevuto diverse richieste di adozione, ma tutte incompatibili con il suo carattere diffidente e spaventato.

Una curiosità? Bellolampo ama gli equilibrismi! Gli piace saltare sui tavoli, le panche, le sedie, i muretti e proprio non resiste al fascino della carriola!!

Mix pittina dagli occhi magnetici... salvata da pesante maltrattamento. Viveva a Napoli legata alla ringhiera delle scale condominiali ad una corda cortissima.

Lei è un cane eccezionale, nata nel 2013. Entrata in canile nel 2014 si è subito distinta per le sue naturali doti olfattive: con lei abbiamo lavorato tantissimo sulla discriminazione olfattiva, fino a farle seguire delle vere e proprie piste di sangue finalizzate al ritrovamento di persone scomparse (attività fatte solo ai fini ludici).

Non va d’accordo con i suoi simili, per cui cerca una famiglia senza altri animali in casa, una famiglia dinamica , esperta e disposta ad un percorso conoscitivo.

Paco cerca casa! Si trova a Genova!

Paco è stato adottato da cucciolo con la superficialità di chi crede che un cucciolo sia un foglio bianco sul quale scrivere ciò che si vuole, e con la stessa superficialità è stato portato in canile perché dopo due anni era cresciuto con caratteristiche diverse da quelle di un peluche.

Paco è un cane affettuosissimo, curioso e dinamico, viene presentato a tutti i nuovi volontari del canile come uno tra i cani più equilibrati e gestibili anche per chi è alla prima esperienza.

Ama passeggiare a lungo, è già abituato a vivere in casa, viaggia volentieri in auto, è sempre alla ricerca di nuove avventure da fare in compagnia dei suoi amici, è molto bravo in città, non ha paura delle persone, né dei cani. Non ama i cani maschi, è invece molto bravo con le femmine. Non è compatibile con i gatti.

E’ un cane adulto oramai, è nato nel 2014, una taglia media (circa 20 kg), è un cane che sa gestire bene le emozioni, i suoi bisogni e i suoi spazi.

Paco ha bisogno di un'adozione responsabile, che non sottovaluti i segnali di stress che sa comunicare, soprattutto quando vuole riposare in cuccia senza essere disturbato.