La Coca-Cola crea un primo prototipo di bottiglia di carta

Sono decenni che le multinazionali cercano di migliorare la loro immagine pubblica con il “greenwashing”, un ambientalismo di facciata che non va a modificare le attività realmente dannose dell’azienda.
Perciò ogni volta che si leggono notizie di questo tipo bisogna sempre approfondire l’argomento.

Tuttavia, da quando il Parlamento Europeo ha stabilito che le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di contenuto riciclato entro il 2025, cominciano ad arrivare vere e proprie buone notizie. Ormai è chiaro che bisogna cambiare il modo di confezionare i propri prodotti.

L’annuncio del prototipo di carta è avvenuto su Coca-Cola EU Dialogue, un sito creato appositamente per parlare di temi di politica pubblica rilevanti al percorso di trasformazione dell’azienda americana per diventare una Total Beverage Company.
Questo significa ampliare la varietà di prodotti per soddisfare più clienti possibili (dall’aggiunta di acqua aromatizzata all’introduzione sul mercato di confezioni di dimensioni più piccole). Ma sul sito si discute anche di come The Coca-Cola Company e i suoi partner di imbottigliamento sono impegnati a sostenere la salute e il benessere, l’ambiente e le comunità in tutta l’Unione Europea.

Molti clienti vorrebbero assaporare una coca-cola senza inquinare l’ambiente con l’ennesima bottiglietta di plastica. Per questo l’azienda sta lavorando con Paboco (Paper Bottle Company) per creare una tecnologia di imballaggio innovativa fatta al 100% di carta. E sono finalmente arrivati alla fase del prototipo di prima generazione.

Il primo prototipo in carta

Video di promozione del primo prototipo.

Bisogna naturalmente rispettare gli elevati standard di sicurezza e qualità degli imballaggi alimentari attualmente in vigore. La bottiglia deve resistere in frigorifero e avere una protezione della bevanda al suo interno.
«Questo prototipo di carta di prima generazione è ancora costituito da una chiusura e un rivestimento interno in plastica. La plastica che usiamo è fatta al 100% di plastica riciclata che può essere riciclata di nuovo dopo l’uso. Ma il nostro obiettivo è quello di creare una bottiglia di carta che possa essere riciclata come qualsiasi altra carta. Il prossimo passo sarà trovare una soluzione per creare una bottiglia senza il rivestimento di plastica», dice Stijn Franssen, EMEA R&D Packaging Innovation Manager di Coca-Cola.

In quanto consumatori, è importante far capire che questo tipo di bottiglia ci interessa, perché le multinazionali cambieranno le loro abitudini solo se vedranno un possibile riscontro economico all’orizzonte.

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Bellolampo viveva insieme al suo branco di cani liberi nella discarica di Palermo situata in Via stradale Bellolampo, dalla quale prende il nome.

Non sappiamo esattamente perché, ma il branco è stato catturato e portato nel canile municipale di Palermo, un luogo assolutamente inospitale, inadeguato e spaventoso per tutti i cani, ma soprattutto per i cani nati liberi che non hanno praticamente mai avuto contatti con l’uomo.

La data di nascita viene indicativamente riportata come l’1/12/2015 e l’ingresso nel canile di Palermo è avvenuto il 9/4/2016.
Bellolampo aveva solo 4 mesi quando è stato tolto dal suo territorio nativo e separato dai suoi fratelli per essere chiuso in un box sovraffollato.

Una volontaria del canile di Palermo segnalò a Buoncanile l’urgenza di trovare una sistemazione migliore per lui così riuscirono a farlo arrivare a Genova nell’ ottobre 2016 insieme ad un'altra cagnolina, Papillon.

Furono i primi cani del #buoncanileprogettopalermo.

Bellolampo ha subito manifestato una forte paura nei confronti delle persone e dell’ambiente, arrivando anche a mordere, mentre si è dimostrato da subito capace e desideroso di instaurare forti legami con gli altri cani.

Nel tempo ha imparato a fidarsi dei gestori del canile e piano piano ad aprirsi anche a pochi volontari selezionati.

Essendo un cane molto carino e anche di piccola taglia negli anni ha ricevuto diverse richieste di adozione, ma tutte incompatibili con il suo carattere diffidente e spaventato.

Una curiosità? Bellolampo ama gli equilibrismi! Gli piace saltare sui tavoli, le panche, le sedie, i muretti e proprio non resiste al fascino della carriola!!

Mix pittina dagli occhi magnetici... salvata da pesante maltrattamento. Viveva a Napoli legata alla ringhiera delle scale condominiali ad una corda cortissima.

Lei è un cane eccezionale, nata nel 2013. Entrata in canile nel 2014 si è subito distinta per le sue naturali doti olfattive: con lei abbiamo lavorato tantissimo sulla discriminazione olfattiva, fino a farle seguire delle vere e proprie piste di sangue finalizzate al ritrovamento di persone scomparse (attività fatte solo ai fini ludici).

Non va d’accordo con i suoi simili, per cui cerca una famiglia senza altri animali in casa, una famiglia dinamica , esperta e disposta ad un percorso conoscitivo.

Paco cerca casa! Si trova a Genova!

Paco è stato adottato da cucciolo con la superficialità di chi crede che un cucciolo sia un foglio bianco sul quale scrivere ciò che si vuole, e con la stessa superficialità è stato portato in canile perché dopo due anni era cresciuto con caratteristiche diverse da quelle di un peluche.

Paco è un cane affettuosissimo, curioso e dinamico, viene presentato a tutti i nuovi volontari del canile come uno tra i cani più equilibrati e gestibili anche per chi è alla prima esperienza.

Ama passeggiare a lungo, è già abituato a vivere in casa, viaggia volentieri in auto, è sempre alla ricerca di nuove avventure da fare in compagnia dei suoi amici, è molto bravo in città, non ha paura delle persone, né dei cani. Non ama i cani maschi, è invece molto bravo con le femmine. Non è compatibile con i gatti.

E’ un cane adulto oramai, è nato nel 2014, una taglia media (circa 20 kg), è un cane che sa gestire bene le emozioni, i suoi bisogni e i suoi spazi.

Paco ha bisogno di un'adozione responsabile, che non sottovaluti i segnali di stress che sa comunicare, soprattutto quando vuole riposare in cuccia senza essere disturbato.

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