Verso il documento conclusivo di Glasgow
Venerdì 12 novembre 2021 segna la chiusura delle negoziazioni della COP26. L’evento più atteso dell’anno è arrivato alla sue battute finali. Tante sono le riflessioni che sono emerse in quest’ultima settimana di incontri e tavole rotonde.
LA PARITA’ DI GENERE AL CENTRO DELLA COP26
La lotta al cambiamento climatico porta con sé diverse questioni di carattere sociale tra cui spicca in modo lampante il ruolo delle donne nella crisi. Ed è proprio a loro che è stata dedicata la prima parte della giornata di martedì a Glasgow.
Al vertice sul clima si parla anche di genere in quanto sono sempre le donne che, secondo le statistiche, subiscono maggiormente gli impatti del riscaldamento globale. Infatti, l’80% dei migranti climatici sono proprio donne e ragazze.
“La piccola Amal”: una marionetta alta 3,5 metri che rappresenta una giovane rifugiata siriana. Amal è arrivata in Gran Bretagna come ultima tappa di un viaggio di 8.000 chilometri per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei giovani rifugiati.
A causa degli effetti devastanti del cambiamento climatico sarà ancora più difficile per il genere femminile ritagliarsi un ruolo centrale all’interno della società civile e ciò risulta ancora più vero se riferito alle società dei Paesi in via di sviluppo. Qui la parte femminile della popolazione è la più povera, è quella che ha un accesso travagliato all’educazione se non addirittura nullo e nella maggior parte dei casi è quella parte di popolazione adibita ai rifornimenti di acqua e cibo, compito che le porta a percorrere svariati chilometri ogni giorno.
L’inasprimento dei fenomeni climatici costringerà quindi queste ultime a percorrere ancora più chilometri per avere accesso ai beni di prima necessità, sottraendo ancor più tempo all’educazione e alle loro famiglie. Abbiamo già parlato di esodi climatici in generale, ma secondo alcuni report le donne saranno ancora più esposte ad aggressioni e violenze.
Le donne alla COP26
Pur essendo ancora delle grandi escluse dalla diplomazia climatica – basta vedere la foto corale dei primi giorni di COP26 che rappresenta i diversi capi di Stato e di Governo presenti – le donne continuano a occupare un ruolo fondamentale per la tutela ambientale. Ciò è ampiamente dimostrato dalla quantità di figure femminili che si sono succedute sul palco del vertice scozzese, soprattutto nella cosiddetta green zone ovvero l’area verde dedicata a eventi che promuovono il dialogo, la consapevolezza, la formazione della società civile sulla questione climatica.
COP26: immortalati I leaders dei Paesi partecipanti al vertice sul clima di Glasgow. (Foto di Alberto Pezzali – Pool/Getty Images)
«Il genere e il clima sono profondamente intrecciati» così ha esordito il Presidente Sharma durante il suo discorso introduttivo.
LA GIORNATA DEDICATA AI TRASPORTI
La strada verso l’azzeramento delle emissioni è ancora molto lunga e deve determinare una vera e propria rivoluzione in vari settori tra cui quello dei trasporti, siano essi pubblici o privati. Secondo l’Intergovernmental Panel Climate Change (IPCC), i mezzi di mobilità sono responsabili di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra, senza contare che il settore dei trasporti a livello mondiale continua a essere dipendente quasi esclusivamente dai combustibili fossili.
Alla COP26 l’impegno è quello di decarbonizzare il settore dei trasporti a livello globale e a accelerare la transizione verso veicoli a zero emissioni. Non solo su strada ma anche via mare e aerea, favorendo sopratutto per quest’ultima parte l’utilizzo di combustibili verdi.
LA PRIMA BOZZA DELLA COP26
Nella notte tra martedì e mercoledì è apparsa sul sito ufficiale dell’UNFCCC la prima bozza del documento conclusivo del vertice sul clima. La proposta della Presidenza riassume le discussioni e le promesse fatte durante la COP26. Si esortano i vari Paesi ad incrementare in positivo le proprie ambizioni a livello climatico.
Tuttavia questa bozza è stata duramente criticata per la sua eccessiva generalità e debolezza di obiettivi. Ci si aspetta quindi che l’accordo finale della Conferenza prenda una forma diversa. Più decisiva.
Secondo il Climate Action Tracker, un’analisi indipendente effettuata da due ONG tedesche (la Climate Analytics e il NewClimate Institute), gli impegni presi alla COP26 non sono abbastanza. Se vengono mantenuti gli impegni presi a Glasgow comunque le emissioni di gas serra al 2030 saranno il doppio di quelle necessarie per mantenere il target di 1,5 gradi di riscaldamento; inoltre, sempre secondo il report tedesco, l’aumento delle temperature al 2100 sarà di 2,4 gradi.