Spesso diamo per scontato che tuttə conoscano la crisi climatica e siano più o meno informatə sulle sue conseguenze disastrose. Dopotutto si parla di fatti scientificamente dimostrati già negli anni Settanta, di problemi che già si prevedevano nell’Ottocento, si pensi a Walden. Ma allora perché i governi non hanno agito subito e ancora oggi faticano a promulgare leggi che salvaguardino il pianeta? La risposta è ancora una volta il sistema capitalistico.
Barbara Freese è un’avvocata ambientalista statunitense e negli anni Novanta ha lavorato per la Pollution Control Agency in Minnesota, un’agenzia che si occupa di proteggere l’ambiente dello stato. Per questo si è trovata spesso a interrogare scienziati pagati dalle aziende per testimoniare falsità sotto giuramento.

Nel suo libro Industrial-Strength Denial (University of California Press, 2020) esamina otto esempi di questo comportamento fuorviante di diverse lobby e grandi aziende. Secondo Freese, le prime che cercarono di manipolare la realtà per salvare il proprio profitto furono le compagnie di schiavisti inglesi. Minacciate dagli abolizionisti, cominciarono a raccontare una narrativa al limite del ridicolo secondo la quale gli inglesi stavano salvando gli africani da una vita di povertà dando loro l’opportunità di lavorare in America.
Questa strategia venne utilizzata da tantissime altre compagnie e aziende nei secoli successivi fino a oggi. Un esempio più recente e più rilevante al nostro discorso è quello della lobby del petrolio che per decenni ha cercato di negare l’esistenza del riscaldamento globale.
Denial e i mercanti di dubbi
Durante un’intervista con Joe Rogan, Freese ricorda come alcuni indagati dichiararono che il rilascio di grandi quantità di anidride carbonica fosse in verità positivo per le piante oppure che la Terra fosse addirittura carente in CO2. Inoltre scherzavano spesso dicendo che in alcuni posti del pianeta, come in Minnesota, sarebbe piacevole avere qualche grado in più grazie al riscaldamento globale.
Lo scopo di queste persone non è dimostrare ciò che dichiarano, non potrebbero neanche volendo, vogliono invece creare confusione. Infatti uno di loro, citato nel libro, ha detto: «Quando si tratta di negare la scienza, non c’è bisogno di convincere le persone che hai ragione. Basta solo mettere in discussione i fatti e sollevare il dubbio». Il negazionismo si basa sull’infondere dubbi. Il dubbio paralizza le persone, che confuse preferiscono aspettare e vedere chi ha ragione. Ma gli effetti possono arrivare dopo anni, quando è ormai troppo tardi, e le compagnie sanno di poter contare su questo vantaggio.
Dal momento che il libro in questione non è ancora stato tradotto in italiano purtroppo, consiglio anche Mercanti di dubbi. Come un manipolo di scienziati ha nascosto il riscaldamento globale di Oreskes e Conway (Edizioni Ambiente, 2019). Questo libro parla dello stesso argomento concentrandosi sul legame tra le lobby del tabacco e quelle del petrolio. Inoltre è stato adattato nell’omonimo documentario di Robert Kenner (Participant, 2014), altrettanto interessante.