Il Mughetto

Il mughetto

Grazioso, affascinante, con il suo dolce profumo, il mughetto ha da tempo acquisito un simbolismo storico. Ma i suoi campanellini bianchi, le larghe e lucenti foglie di un verde vigoroso e i suoi frutti rossi rubino possono ingannare anche coloro tra i più astuti. La sua bellezza cela una tossicità allarmante: nei suoi tessuti scorre una sostanza velenosa. Da qui, il mughetto divenne oggetto di leggende e miti e fu legato a importanti eventi storici, le cui tradizioni si tramandano ancora al giorno d’oggi.

Bioma del Mughetto

Originario del continente Europeo e del nord America, il mughetto (Convallaria majalis L.) fa parte della famiglia delle Asparagacee (monocotiledoni). È segno che la primavera sta arrivando, con i suoi fiori a campanellino disposti a racemo che sbocciano da marzo fino a giugno, a seconda dell’areale latitudinale e l’habitat in cui si trova. Il mughetto predilige luoghi umidi e ombreggianti, con i suoi habitat ideali tra boschi e fondi valle. Infatti, è conosciuto anche con il nome di Lilium majalis, il Giglio delle convalli.

Alcuni ritengono che il mughetto sia un indicatore delle così chiamate Ancient woodlands (antiche foreste), ossia degli habitat considerati speciali. Questo può derivare dalla sua preferenza di luoghi poco disturbati da noi. Ma in ogni caso lo si trova anche in foreste secondarie ed è relativamente facile da coltivare nei nostri giardini.

E nonostante la sua natura velenosa, è allegramente frequentato da alcuni degli impollinatori più importanti della nostra Terra: le api. Esse sono attratte dal suo dolce profumo e fanno grande tesoro del nettare che il mughetto produce, mutualmente aiutandolo a riprodursi.

Il linguaggio del Mughetto

Il mughetto è simbolo della verginità, dell’innocenza, del ritorno della felicità e della buona fortuna.

Leggende e Miti del Mughetto

Il mughetto viene utilizzato da tempi antichi e lontani, ed intorno ad esso sono nate leggende che hanno nutrito la fantasia e l’immaginario per i secoli a venire. Vediamo quali:

Medioevo

Nell’epoca medioevale si racconta che la nascita del mughetto ebbe origine da una bambina rimasta sola e orfana. Nel bosco, ella si nutriva di tutto ciò che esso poteva offrirle ed era amica con tutte le sue creature. Ma crescendo perse interesse per gli animali del bosco e la sua sconsolatezza e solitudine crescevano di giorno in giorno: il pianto disperato e irrefrenabile le scuoteva il petto. La luna, intenerita, accarezzò con i suoi raggi le lacrime della ragazza trasformandole in profumatissimi fiori bianchi: i mughetti. Un giorno il Principe Alino, attirato dal profumo del sottobosco, raccolse alcuni mughetti, ma fu colto da una fastidiosa irritazione. Allora la ragazza accorse ad aiutare il bel principe, aiutandolo a lavarsi le mani nel ruscello. Da lì, la solitudine di lei terminò grazie all’incontro con il Principe e ad un nuovo amore sbocciato.

Cristianesimo

Nella cultura cristiana si narra che i mughetti ebbero origine dalle lacrime che la Madonna sparse ai piedi della croce sul Monte Golgota, dove avvenne la crocifissione di Gesù. Per questa credenza, il mughetto assunse il simbolo della purezza.

Inoltre, si credeva che il mughetto fosse nato dalle lacrime di Eva quando venne cacciata insieme a Adamo dal Giardino dell’Eden.

Scale per il Paradiso

In alcuni Paesi in Europa vive la credenza che il mughetto possa avvicinare l’uomo al cielo, aiutandolo a vedere il mondo in maniera positiva e puntare a un futuro più luminoso. Questa credenza si attinge alla struttura della pianta, con i suoi fiori disposti a racemo che richiamano l’idea di una scala.

L’amore tra un usignolo e una rondine

L’usignolo innamorato della rondinella intona canti d’amore, ma è poco corrisposto da lei che ama di più la sua libertà. Per questo il canto dell’usignolo si fece sempre più triste. Una fatina commossa da questo canto fece un incantesimo per far innamorare la rondinella dell’usignolo; un amore breve, di due destinati a separarsi con la fine della bella stagione, in quanto la rondine sarebbe emigrata in terre più calde. Allora la rondine regalò tre piume bianche in segno di una promessa di ritorno. La fatina trasformò le piume in fiori bianchi a forma di campanella ad evocare il canto dell’usignolo e il loro legame d’amore. Allo sbocciare dei fiori la rondinella sarebbe ritornata dall’amato. Per questo il Mughetto è tra i fiori che annunciano alla primavera.

Le tazzine delle fate

In un giorno di allegria, le fate del bosco uscirono dalle loro case segrete per dare vita a una bellissima festa fra gli alberi. Cantarono e ballarono spensierate, ma prese dal vortice della festa avevano abbandonato tra l’erba le tazze di giada che usavano per bere dal ruscello. Le ritrovarono all’alba moltiplicate di numero e nascoste nel sottobosco: il loro dio protettore aveva pensato bene di nasconderle a sguardi indiscreti. Il prato era chiazzato di piccoli “calici” bianchi. Da qui il simbolo di civetteria che hanno acquisito i mughetti.

Lily of the Valley, nome inglese del Mughetto

La velenosità

Il Mughetto voleva diventare una pianta più grande e alta, così da poter osservare tutto il mondo come gli alberi. Ma quando Madre Natura glielo negò, fu tradito dalla sua stessa ambizione. Infatti, una notte il mughetto irruppe nel laboratorio di Madre Natura e provò tutte le pozioni a disposizione, alla ricerca di quella che lo avrebbe fatto diventare un maestoso albero. Purtroppo però nessuna funzionò: non si può andare contro la Natura. Essa, al trovare il mughetto quasi morente nel suo laboratorio, non poté fare altro che salvargli la vita, ma ormai tutte le pozioni che aveva ingerito lo avevano fatto diventare velenoso.

Mitologia del Mughetto

Latina

Il mughetto era uno dei fiori dedicati al Dio Mercurio (Hermes per i greci). Nelle tradizioni del tempo simboleggiava la nuova luce primaverile e durante i vari rituali venivano offerti tre rami di mughetto in segno d’amicizia e speranza, attribuendo al suo intenso profumo la capacità di rinforzare il cervello e la memoria.

Antica

I lapponi dedicarono il mughetto a Ostara, Dea dell’aurora. Ancora oggi è il fiore simbolo della Finlandia.

Il Mughetto nella tradizione e nella Storia

Il 1° maggio

Nel 1561, Carlo IX di Francia ricevette un rametto di mughetto e decise di regalarlo ogni anno alle dame di corte. Così introdusse l’usanza di regalare un rametto di mughetto come porta fortuna. Successivamente, all’incirca all’inizio del Novecento, il mughetto divenne molto comune per le strade parigine poiché i cittadini lo coglievano nei boschi e poi potevano venderlo in città senza pagare tasse.

Ad ogni modo, al giorno d’oggi il mughetto è conosciuto come fiore simbolo del 1° maggio per la celebrazione della Festa del Lavoro. Con origini sempre risalenti in Francia, l’usanza è nata da un datore di lavoro che per ringraziare le sue operaie francesi donò un rametto di mughetto.

Sissi e il Mughetto

Nella metà del IX secolo, gli Asburgo divennero i nuovi padroni di Venezia dopo la caduta di Napoleone. Per accogliere la famiglia reale, a Venezia fu fatta costruire la residenza Procuratie Nuovissime al posto della rinascimentale chiesa di San Geminiano del Sansovino. Essa divenne la dimora e Palazzo Reale di Elisabetta d’Austria, comunemente conosciuta come Sissi. Nuove stanze furono allestite secondo i suoi gusti, e tra queste, la toeletta. Questa stanza divenne la favorita di Sissi dove trascorse molto tempo durante i suoi soggiorni in Italia. Di fatto i muri furono decorati con fiori di mughetto e fiordalisi dipinti, i preferiti dell’imperatrice.

Proprietà Magiche del Mughetto

Il mughetto era anticamente utilizzato per proteggere i giardini dagli spiriti malvagi e come amuleto contro gli incantesimi delle streghe.

Uso Terapeutico del Mughetto

Dalla credenza antica che sosteneva che il profumo dei fiori aiutava la memoria, nel pratico, il mughetto possiede proprietà cardiotoniche e diuretiche (glicosidi tra cui la convallatossina), oltre alla capacità di curare problemi cardiovascolari. Si possono produrre tisane e infusi con specifiche parti della pianta, ma vi sconsiglio di provare a farle a casa data la sua alta tossicità. Nel caso di necessità è sempre meglio rivolgersi al proprio medico ed in erboristeria. Viene anche utilizzato per la realizzazione di profumi grazie alla presenza di oli essenziali.

Un po’ di Poesia

Non poteva mancare un’ispirazione poetica al mughetto. Vi lasco con una poesia di Samuil Marsak (poeta russo):

I rotondi sonagli dei bocciuoli

Ancora son serrati e compatti,

ma le corolle schiude il sole

alle campanule di primavera.

Dalla natura fasciato con cura,

in verde foglia avviluppato,

cresce il fiore nella vergine selva,

fresco, fragile, fragrante.

Langue il bosco a primavera,

donando al fiore amaro,

tutto il suo profumo,

la sua felice malinconia.

Riferimenti

L’Erbecedario

TuttoGreen

Livornosera

Il giardino del tempo

inNaturale

Guide Tour in Venice

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Yoga è stata pescata accidentalmente da un peschereccio a strascico davanti alla costa di Cesenatico. Attualmente sta svolgendo il processo di riabilitazione in vasca presso le strutture di Cestha e nei prossimi giorni svolgerà gli accertamenti veterinari. Ancora non ha iniziato ad alimentarsi, si deve ancora abituare alla sua vasca.

The Black Bag ha deciso di battezzarla con il nome Yoga - dopo averla adottata - per ringraziare David e Gruppo Yoga Solidale Genova per aver contribuito, con una donazione, alla sua adozione.

Bellolampo viveva insieme al suo branco di cani liberi nella discarica di Palermo situata in Via stradale Bellolampo, dalla quale prende il nome.

Non sappiamo esattamente perché, ma il branco è stato catturato e portato nel canile municipale di Palermo, un luogo assolutamente inospitale, inadeguato e spaventoso per tutti i cani, ma soprattutto per i cani nati liberi che non hanno praticamente mai avuto contatti con l’uomo.

La data di nascita viene indicativamente riportata come l’1/12/2015 e l’ingresso nel canile di Palermo è avvenuto il 9/4/2016.
Bellolampo aveva solo 4 mesi quando è stato tolto dal suo territorio nativo e separato dai suoi fratelli per essere chiuso in un box sovraffollato.

Una volontaria del canile di Palermo segnalò a Buoncanile l’urgenza di trovare una sistemazione migliore per lui così riuscirono a farlo arrivare a Genova nell’ ottobre 2016 insieme ad un'altra cagnolina, Papillon.

Furono i primi cani del #buoncanileprogettopalermo.

Bellolampo ha subito manifestato una forte paura nei confronti delle persone e dell’ambiente, arrivando anche a mordere, mentre si è dimostrato da subito capace e desideroso di instaurare forti legami con gli altri cani.

Nel tempo ha imparato a fidarsi dei gestori del canile e piano piano ad aprirsi anche a pochi volontari selezionati.

Essendo un cane molto carino e anche di piccola taglia negli anni ha ricevuto diverse richieste di adozione, ma tutte incompatibili con il suo carattere diffidente e spaventato.

Una curiosità? Bellolampo ama gli equilibrismi! Gli piace saltare sui tavoli, le panche, le sedie, i muretti e proprio non resiste al fascino della carriola!!

Mix pittina dagli occhi magnetici... salvata da pesante maltrattamento. Viveva a Napoli legata alla ringhiera delle scale condominiali ad una corda cortissima.

Lei è un cane eccezionale, nata nel 2013. Entrata in canile nel 2014 si è subito distinta per le sue naturali doti olfattive: con lei abbiamo lavorato tantissimo sulla discriminazione olfattiva, fino a farle seguire delle vere e proprie piste di sangue finalizzate al ritrovamento di persone scomparse (attività fatte solo ai fini ludici).

Non va d’accordo con i suoi simili, per cui cerca una famiglia senza altri animali in casa, una famiglia dinamica , esperta e disposta ad un percorso conoscitivo.

Paco cerca casa! Si trova a Genova!

Paco è stato adottato da cucciolo con la superficialità di chi crede che un cucciolo sia un foglio bianco sul quale scrivere ciò che si vuole, e con la stessa superficialità è stato portato in canile perché dopo due anni era cresciuto con caratteristiche diverse da quelle di un peluche.

Paco è un cane affettuosissimo, curioso e dinamico, viene presentato a tutti i nuovi volontari del canile come uno tra i cani più equilibrati e gestibili anche per chi è alla prima esperienza.

Ama passeggiare a lungo, è già abituato a vivere in casa, viaggia volentieri in auto, è sempre alla ricerca di nuove avventure da fare in compagnia dei suoi amici, è molto bravo in città, non ha paura delle persone, né dei cani. Non ama i cani maschi, è invece molto bravo con le femmine. Non è compatibile con i gatti.

E’ un cane adulto oramai, è nato nel 2014, una taglia media (circa 20 kg), è un cane che sa gestire bene le emozioni, i suoi bisogni e i suoi spazi.

Paco ha bisogno di un'adozione responsabile, che non sottovaluti i segnali di stress che sa comunicare, soprattutto quando vuole riposare in cuccia senza essere disturbato.