
Bioma del Papiro
La distribuzione nativa del Papiro (Cyperus papyrus L.) ha origine dalle sponde del fiume Nilo in Sudan e si estende verso ovest, in Africa centrale, fino ad arrivare in Madagascar e Zimbabwe. Si sospetta che il Papiro occupi altre parti dell’Africa occidentale, grazie a dei ritrovamenti in Benin e in Nigeria. Ma la realtà è che ancora ad oggi esistono incertezze sul reale areale della pianta nel continente africano.
Appartenete alla famiglia delle Cyperaceae, il papiro cresce in ambienti in pieno sole, nelle paludi umide, nelle aree di acqua dolce degli estuari dei fiumi e sui margini dei laghi. Gli habitat popolati dal papiro provvedono molti servizi ecosistemici. Per esempio, il supporto alla biodiversità locale (es., l’antilope “Sitatunga”, il Pitone Africano, il Cardellino del Papiro, il Gonolek dei papiri), la regolazione dei cicli nutritivi (azoto, fosforo) e l’assimilazione e sequestro di quantità significative di diossido di carbonio dall’atmosfera.
Curiosità: degli studi hanno constatato che il Cyperus papyrus ha la capacità di produrre fino a 145 tonnellate di biomassa (secca) per ettaro in una palude naturale! Esso si espande sia grazie alla produzione di semi sia alla propagazione vegetativa (la riproduzione di tanti piccoli cloni con il medesimo patrimonio genetico della pianta madre). Ma proprio grazie a quest’ultima, al papiro viene donata la possibilità di riprodursi in maniera indefinitiva e, anche se non accertato a livello scientifico, si presuppone che alcune piante clonali, situate in laghi e fiumi permanenti dell’Africa, possano essere esattamente le stesse presenti centinaia di anni fa.
Storia dell’introduzione del papiro in Occidente
Il papiro è stato impiegato nella produzione di molti oggetti di uso quotidiano sin dall’antichità. Conseguentemente, venne utilizzato come merce di scambio con il Medio-Oriente e nel resto del Mediterraneo. La rete di commercio creatasi ha permesso all’areale di distribuzione della pianta di espandersi e stabilizzarsi anche nel sud d’Europa (come in Sicilia e in Spagna) e in altre parti dell’Africa e della Palestina, prediligendo climi tropicali, sub-tropicali e mediterranei. Successivamente il papiro raggiunse le Americhe e l’Australia.

Storia e Tradizione del Papiro
Il papiro è protagonista delle attività degli umani da millenni. Le fonti storiche raccontano che gli Egizi incominciarono ad utilizzare questa pianta fin dal III millennio a.C. L’impiego più comune fu quello per la produzione di fogli destinati alla scrittura. Inoltre, la pianta ha ispirato gli usi più diversi: da cibo per gli animali, alla costruzione di scope, corde, utensili da cucina, muri, mobili, tetti, cappelli, scatole, tappeti, tapparelle; ma anche come carburante, medicinale e pietanza.
Il delta del Nilo sin dall’epoca faraonica costituiva una grande risorsa per lo sviluppo dell’agricoltura grazie alla sua terra fertile. La zona, protagonista di coltivazioni di vigneti, campi di grano, frutteti e lino, è un simbolo della prosperità della civiltà egizia. Ma la pianta che caratterizzò quest’epoca di ricchezza e avanguardie, divenendo l’emblema del basso Egitto, fu proprio il papiro. Gli antichi egizi attribuirono diversi nomi alla pianta come mehyt (=pianta delle paludi), chuty o uady (=colore verde, rinascita, freschezza). Tuttavia, secondo alcuni studiosi, il papiro ha origine dall’espressione pa-en-per-aa che significa «ciò che appartiene al Re». La scoperta della scrittura, che rivoluzionò il modo di comunicare, spinse le civiltà a ricercare materiali idonei su cui poter scrivere. E il papiro è la prima forma di carta mai prodotta dall’uomo e divenne, conseguentemente, fonte di cospicui profitti, e perciò monopolio del Re Faraone.
La produzione della carta del papiro
Le testimonianze sul metodo tradizionale utilizzato nell’Era Faraonica per la produzione di papiro sono scarse. La qualità migliore, e ineguagliata, è stata prodotta nel periodo Ramesside (1291 – 1080 a.C.), dove si ha una carta molto sottile e bianca. L’unica opera in cui è descritta la lavorazione del papiro è la Naturalis Historia di Plinio e risale al 78 d.C.
Curiosità: per la lavorazione del papiro veniva usata la parte più tenera della pianta, il midollo. Lavorato a strisce sottili, disposte su due piani perpendicolari (in alcuni casi tre), inumidite, pressate ed essiccate, e in fine levigate a pietra.
Le dimensioni della carta variarono durante le ere dei diversi regni faraonici – il Medio Regno (2055 – 1790 a.C.) e il Regno Nuovo (1570 – 1085 a.C.) – riducendosi da 38-42×42-48 cm a 16-20×30-33 cm. Il suo utilizzo era, originariamente, ad uso esclusivo degli scribi. Essi non scrivevano su fogli separati ma bensì su rotoli, a loro volta formati da 20 fogli incollati da un composto di acqua e farina.

Il papiro a Siracusa
Alcuni storici ritengono che la carta di papiro fosse prodotta a Siracusa sin dal 250 a.C. Sicuramente divenne un prodotto di successo nel 1780 nel mondo letterario europeo grazie a Saverio Landolina. Egli riuscì a fabbricare i primi fogli papiracei di un certa qualità sulla base della descrizione, appunto, di Plinio. Il papiro divenne simbolo della città la cui tradizione si tramanda ancora al giorno d’oggi da diverse realtà artigianali.
D’altro canto, sarà solo nel 1674 che il botanico Paolo Silvio Boccone fornirà la prima testimonianza certa della presenza della pianta a Siracusa sulle sponde del fiume Ciane, dove si trova tuttora.
Simbologia del Papiro
I significati simbolici del papiro sono diversi, coinvolgendo sia la vita terrena che la vita celeste degli antichi egizi. Per esempio, rappresentava il simbolo della gestazione, della gioia e della giovinezza. Allo stesso tempo, era associato alla freschezza e all’abbondanza di vegetazione, e per questo considerato il simbolo della rinascita del defunto nell’aldilà.
Anche al suo prodotto più prezioso, la carta, venne attribuito un significato simbolico espresso come “tutte le cose che non saprei dirti a voce”, per la possibilità che ha donato agli umani di trascrivere messaggi, poesie e pezzi di storia.
Leggende e Miti del Papiro
I teologi egizi credevano che la specie, pianta acquatica, crescesse direttamente dal Nun, l’oceano primordiale che esisteva prima della creazione del mondo. Inoltre si sosteneva che le sue radici arrivassero a Benben, la collina emersa dall’abisso che aveva dato origine ai primi dèi e ai primi esseri viventi.
Il mito narra che il cielo e la terra fossero separati da quattro pilastri di papiro, e che in onore della dea Hathor venivano sventolati dei fusti della pianta. Il fruscio prodotto ricordava il rumore del sistro (strumento musicale dedicato alla dea).
Uso Terapeutico del Papiro
Il papiro ebbe alcuni utilizzi medicinali nell’antichità anche se poco praticati al giorno d’oggi. La pratica più comune era l’utilizzo delle ceneri della pianta per il trattamento di alcune malattie degli occhi e per fermare l’espansione di ulcere in bocca e altre parti del corpo. Il midollo della pianta era invece impiegato per il trattamento della fistula.
Riferimenti
Popay I. (2014). Cyperus papyrus (papyrus). CABI Compendium.
Papiro, la grande invenzione dell’Egitto. National Geographic
Un Mondo Ecosostenibile – I segreti della natura