Ognuno di noi, sicuramente, è stato attratto dalla dolcezza dei koala, piccoli mammiferi marsupiali australiani che siamo abituati a vedere abbracciati agli alberi. Purtroppo questa magnifica specie è attualmente a forte rischio di estinzione: siccità, malattie e incendi rappresentano le cause principali del problema.
In questo articolo, oltre a raccontare qualche curiosità sul koala australiano, faremo una panoramica dei principali problemi che ne stanno compromettendo la salute e la sopravvivenza stessa.
Il koala australiano
Il koala (conosciuto anche come “piccolo orso”) è un piccolo mammifero marsupiale denominato anche “arrampicatore”.
Con una grossa testa e orecchie rotonde, una morbida pelliccia grigia e il tipico naso schiacciato, è solito vivere sugli alberi, grazie alla sua capacità di arrampicarsi data dai suoi piedi prensili dotati di artigli.
Il koala, che vive circa 13 anni, è inoltre un animale molto pigro: pensate che dorme fino a 18 ore al giorno.

L’habitat del koala
Il koala vive esclusivamente nel continente australiano, con particolare concentrazione lungo la costa orientale nelle foreste di Eucalipto.

Questa pianta, infatti, rappresenta sostanzialmente l’unica fonte di sostentamento del koala: il suo pelo, infatti, ne ha addirittura acquisito l’odore.
Capiamo subito la stretta relazione che unisce questo piccolo mammifero agli alberi: è forse questa una delle principali cause della possibile estinzione dei koala australiani?
Lo stato di conservazione del koala
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha dichiarato lo stato di conservazione del koala come vulnerabile.

Pensate che il 95% dei koala esistenti è già scomparso.
Le minacce per il koala
Le principali minacce per il koala sono rappresentate dal cambiamento climatico, dall’incremento di lunghi periodi di assenza di piogge e quindi di siccità, dalla caccia, dalle malattie e dal verificarsi sempre più frequentemente di pericolosi incendi.
A causa di quest’ultimi si stima che tra il 2019 e il 2020 siano morti oltre 60.000 koala.
Cambiamento climatico e inquinamento
La siccità costringe i mammiferi a recarsi a terra: l’acqua viene a mancare sugli alberi e i koala la cercano sul terreno, esponendosi a numerosi rischi quali predatori e incidenti.
Inoltre, l’aumento di Anidride Carbonica (CO2) e dei gas serra in generale, causa non pochi problemi al nostro ecosistema e a quello dei koala: le foglie di Eucalipto, infatti, possiedono sempre meno qualità nutritive.
Un grosso problema per questi piccoli mammiferi: non dimentichiamo che queste foglie rappresentano la loro fonte primaria di nutrizione. È sempre più probabile, infatti, imbattersi in koala mal nutriti.
Incendi
Abbiamo già parlato a lungo all’interno del nostro blog dell’impatto negativo degli incendi sulla salute del nostro Pianeta.
I koala purtroppo non ne sono esenti e rappresentano una delle specie maggiormente colpita da questi avvenimenti.
Solo nel 2020, in Australia, sono bruciati a causa degli incendi circa 20 milioni di ettari di foreste.
L’habitat dei koala sta letteralmente andando in fiamme.
I predatori e la caccia
Non sono molti i predatori del koala.
Tra questi figurano il dingo (una specie di cane selvatico australiano) e i grandi pitoni.
I cuccioli di koala, inoltre, possono essere soggetti agli attacchi dei rapaci.
Purtroppo, anche se in forma più lieve rispetto ad altre specie, viene praticata anche la caccia per la pelliccia dei koala.
La Chlamidya
Il diffondersi di infezioni di Chlamidya , una malattia sessuale che che causa infertilità, contribuisce alla riduzione del fattore di crescita della specie. Circa il 45% dei koala viene colpito da questa malattia.
Rimedi
Per cercare di limite i danni e contrastare l’estinzione del koala, l’animale è stato inserito nella lista delle specie in via d’estinzione. Questo però, non è stato l’unico provvedimento.
Il governo australiano ha stanziato infatti ingenti somme (50 milioni di dollari) per promuovere progetti di tutela e recupero della specie, dichiarando di voler collaborare con scienziati, ricercatori, veterinari, stati e governi.
Anche le associazioni giocano un ruolo fondamentale in questa battaglia: alcune per le azioni intraprese, altre per le attività di sensibilizzazione che quotidianamente portano avanti.
Abbiamo visto le cause del problema: non è forse (anche) nostra la responsabilità?