Lo scorso weekend si è conclusa la 76esima edizione del Festival di Cannes. Anche quest’anno il vostro Dodo è andato alla famosa manifestazione francese sperando di trovare qualche film con temi ambientalisti. E devo dire che non è stato un grande anno da questo punto di vista, nonostante la lista dei film in concorso fosse probabilmente la più interessante dell’ultimo decennio, cinematograficamente parlando. Se penso che l’anno scorso avevo dedicato un articolo addirittura a una serie di documentari sulla crisi climatica, un po’ mi piange il cuore. Tuttavia non disperiamo, perché la sezione Un Certain Regard, quella che preferisco del festival, è stata aperta da Le Règne Animal (Nord-Ouest Films, 2023).
La natura protagonista
Le Règne Animal di Thomas Cailley è un film molto particolare. È stato il secondo film che ho guardato a questa edizione e durante la visione mi sembrava di cogliere dei messaggi di denuncia ambientalista, ma avevo quasi paura di volerceli inserire io a tutti i costi. Per fortuna alla fine della proiezione ne ho parlato con la spettatrice accanto a me che mi ha detto subito: “Ho pensato tutto il tempo all’impatto che abbiamo sulla natura.”
La verità è che la natura è chiaramente la protagonista di questo film, basti pensare al titolo che significa letteralmente “Il regno animale”. Infatti, nella sua intervista per Variety, lo stesso Cailley la definisce un personaggio centrale. La cosa che ho apprezzato di più è che il mondo animale conquista gradualmente il suo spazio. Di conseguenza anche il messaggio ambientalista si sviluppa durante il film fino ad esplodere nel finale. Proprio la fine, che ovviamente non vi racconto, mi ha dato la certezza che uno dei tanti temi di Le Règne Animal fosse l’importanza di preservare la natura.

Le Règne Animal
Ma quindi di che parla questo film? La trama è abbastanza semplice: un uomo cerca disperatamente insieme a suo figlio di ritrovare la moglie, dispersa in un’enorme foresta dove si rifugiano i mutanti. Ah già, Le Règne Animal è ambientato in un mondo uguale al nostro, se non fosse che molti esseri umani stanno cominciando a trasformarsi gradualmente in animali.
Il film è talmente pieno di immagini sorprendenti, colpi di scena e momenti adrenalinici che all’inizio non ti rendi conto del messaggio portante che vuole trasmettere. Questo credo sia un bene, perché lo rende un film godibilissimo e scorrevole. Fin dalla prima scena diventi curioso di scoprire questo nuovo mondo, poi vuoi conoscere tutti i segreti che nasconde la foresta e dopo ancora condividi l’ansia che il figlio adolescente si porta dentro. Solo quando finalmente la foresta viene esplorata meglio, si comincia a intravedere l’importanza che questo regno ha nel film.
Il regno animale è la foresta, dove tra i lunghi silenzi si sentono tanti versi delle specie più disparate. Gli habitat, che ormai stavano per scomparire, tornano ad essere popolati dagli umani mutanti, cioè dagli animali. E in qualche modo, proprio grazie a queste mutazioni, gli esseri umani sono costretti a ritrovare un legame profondo con la natura. Il regista gioca chiaramente su questo paradosso: gli esseri umani fanno già parte del regno animale, siamo animali anche noi. Eppure riusciamo a capire l’importanza di preservare un habitat e di non portare all’estinzione alcune specie solo quando sappiamo che fino a poco prima quegli animali erano nostri parenti, amici o colleghi.
L’ambientalismo nei film
Infine vorrei sottolineare quanto abbia apprezzato il modo in cui il film trasmette il suo messaggio. È indicativo che ormai queste denunce ambientaliste siano forse anche involontariamente inserite nei film, perché fanno parte della nostra società attuale e quindi sono inevitabilmente anche parte della cultura che produciamo. Inoltre, ci sono moltissimi film che affrontano il discorso della crisi climatica più chiaramente, da cartoni animati come Il Lorax a documentari sull’acidificazione degli oceani come Chasing Coral.
Ma i film come Le Règne Animal sono importanti. Questo ti coinvolge nella storia di formazione dell’adolescente protagonista e ti abbaglia con le mutazioni genetiche realizzate benissimo, ma allo stesso tempo ti ricorda come stiamo trattando il nostro pianeta.
Infatti questo è un film che parla anche di tanti altri temi come la paura del diverso, le difficoltà dell’adolescenza e il rapporto di un figlio con il padre e con la madre. Ma c’è una scena verso il finale che rende chiara la volontà di un parallelismo tra il film e la nostra realtà attuale. Non la descrivo per non rovinarvi il film che uscirà nelle sale francesi e probabilmente anche italiane a ottobre 2023, ma dico solo che poteva essere girata nella foresta Amazzonica dei giorni nostri.
