Le foreste di mangrovie giocano un ruolo critico contro la lotta al cambiamento climatico: esse assorbono grossi quantitativi di CO2 e proteggono le coste dagli effetti delle inondazioni funzionando come delle vere e proprie infrastrutture naturali. Allo stesso tempo, rappresentano una fonte di cibo e riparo per pesci e altri animali. Purtroppo, non sono immortali e il cambiamento climatico, combinato con l’innalzamento dei mari, potrebbe spazzarle via.
Le soluzioni contro il cambiamento climatico
Le mangrovie sono arbusti che crescono nelle acque costiere salate o salmastre. Si stima che nel mondo ne esistano circa 70 specie, di cui la maggior parte si trova in Asia. Grazie a un complesso sistema di filtrazione del sale e a un apparato radicale in grado di proteggerle dall’azione delle onde, esse si sono adattate a vivere in condizioni costiere piuttosto difficili.

Ma esse sono molto più di una semplice curiosità biologica. Insieme alle praterie di posidonia, le foreste di mangrovie sono in grado di assorbire l’anidride carbonica presente nell’aria e di immagazzinarla nei loro terreni. Sembra una magia e invece è il potere della natura. Precisamente, si stima che 1 ettaro di mangrovie sia in grado di assorbire un quantitativo di CO2 quattro volte maggiore rispetto alle foreste tropicali, considerate a loro volta grandi serbatoi di emissioni. Inoltre, diversamente dalle foreste terrestri, esse bruciano molto lentamente: una caratteristica non trascurabile in tempi in cui gli incendi si intensificano.
In un report pubblicato dall’UNESCO nel 2021 si legge che le mangrovie, insieme alle praterie di alghe e le paludi di marea, sono state inserite nella lista del Patrimonio Mondiale. Questo perché, nonostante rappresentino meno dell’1% dell’area oceanico globale, i siti marini del Patrimonio Mondiale sono stati in grado di assorbire circa il 10% delle emissioni globali di gas serra nel 2018. Questi ecosistemi “blu” sono praticamente una delle migliori tecnologie di carbon capture a nostra disposizione.
I benefici di questi alberi non finiscono qui. Le foreste di mangrovie hanno solide radici in grado di intrappolare sedimenti. È per questo che sono così abili nell’arginare gli effetti di spiacevoli eventi climatici come inondazioni, uragani ed erosioni del suolo. Grazie alla loro conformazione, le mangrovie catturano inoltre molte sostanze nutritive. In questo modo mantengono la qualità dell’acqua e incentivano la creazione di un vero e proprio habitat per molte specie animali – dai pesci agli uccelli.
La natura offre soluzioni e benefici per tutti, questa è la bella notizia. Passiamo ora a quella cattiva.
Le mangrovie sono in pericolo
Se è vero che le mangrovie sono un fedele alleato nella lotta contro il cambiamento climatico, è altrettanto vero che le foreste di mangrovie subiscono negativamente gli effetti dello stesso. L’innalzamento dei mari, l’aumento di CO2, la deforestazione, l’aumento di temperatura dell’aria e dell’acqua e l’intensificazione delle precipitazioni mettono a dura prova la loro sopravvivenza.
In passato la causa principale della diminuzione di mangrovie era la deforestazione che, tra il 1980 e il 2000, ne ha causato una perdita del 35%.
Oggi, una delle minacce più gravi alla loro esistenza deriva dall’innalzamento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici. Infatti, mentre le radici di una mangrovia vivono sott’acqua, il tronco vive sopra la linea di galleggiamento. E quando l’acqua diventa troppo alta, gli alberi annegano.

La diminuzione di mangrovie non va sottovalutata: quando le piante vengono sradicate non solo smettono di assorbire CO2 ma addirittura rilasciano nell’atmosfera tutta quella precedentemente immagazzinata. Da complici a colpevoli il passo è breve.