Se sei uno dei 30 milioni di individui che in Italia si sposta ogni giorno per studio o lavoro, avrai sicuramente scelto il mezzo di trasporto da utilizzare per lo scopo. Prendendo in esame la classe dei lavoratori e degli studenti, da un’analisi Istat si evince che un mezzo di trasporto personale è utilizzato dal 74% dei primi e dal 38% dei secondi. Anche analizzando la scelta dei trasporti pubblici la differenza è sostanziale: il 7% dei lavoratori sceglie di utilizzare esclusivamente un mezzo pubblico, contro il 27% degli studenti. La differenza non accenna a diminuire per gli spostamenti a piedi: il 12% dei lavoratori e il 28% degli studenti. I rimanenti utilizzano una combinazione di mezzi di trasporto.
Se consideriamo che sul totale delle persone che si spostano quotidianamente solo il 43% di esse è diretto in un comune diverso da quello in cui risiede, deve essere dunque un caso che in Italia siano presenti in circolazione 40 milioni di autovetture e 7 milioni di motocicli! Si tratta di numeri esorbitanti, se consideriamo che il numero di abitanti si attesta intorno ai 60 milioni.

Se siamo interessati all’argomento, i feed dei nostri social network saranno probabilmente inondati da consigli sulla mobilità sostenibile. Essi comprenderanno un minor uso dei mezzi di trasporto a motore privati, e incentiveranno l’uso di mezzi pubblici e mezzi a basso impatto. Ma ha davvero senso cambiare il modo in cui abbiamo deciso di spostarci? Scopriamolo insieme con questo articolo, attraverso il quale analizzeremo vantaggi e svantaggi dei mezzi di trasporto più utilizzati dagli italiani e quali alternative abbiamo nostra disposizione.
Mezzi di trasporto privati
L’automobile risulta ancora essere il mezzo di trasporto privato più utilizzato dagli italiani. Al secondo posto si collocano le moto e, al terzo, le biciclette.
Autovetture
Per molti italiani, l’automobile non rappresenta esclusivamente un mezzo di trasporto, ma anche un simbolo. Esaminando i vantaggi, le automobili ci concedono di spostarci velocemente su lunghe distanze e di arrivare a destinazione senza pause; ci proteggono dalle intemperie e ci rendono soggetti meno vulnerabili in strada, grazie alla continua implementazione dei sistemi di sicurezza. Infine, un altro vantaggio dell’automobile è la possibilità di trasportare grandi volumi di oggetti.
Di contro, i prezzi spesso eccessivi sono un grande limite all’acquisto e al mantenimento del mezzo; negli orari di punta non è infrequente rimanere imbottigliati nel traffico. Inoltre, spesso risulta difficoltoso trovare parcheggio, soprattutto in centro città, in quanto le attuali politiche mirano a decentralizzare i parcheggi inseguendo un modello car-free. Un ultimo svantaggio è costituito senza dubbio dal quantitativo di polveri sottili emesse dai motori, che contribuiscono a rendere l’aria meno respirabile.
Moto, scooter e ciclomotori
Nel 2020, gli italiani hanno dimostrato la loro passione nei confronti delle moto, che hanno registrato un aumento delle vendite del 24% rispetto all’anno precedente. Anche gli scooter hanno subito un incremento delle vendite; in controtendenza invece i famosi “cinquantini”.
A differenza delle automobili, le moto, gli scooter e i ciclomotori sono agili nel traffico e permettono di trovare parcheggio più facilmente. Tuttavia, permettono di trasportare un massimo di due persone per volta e non proteggono dalle intemperie, a meno di indossare un costoso abbigliamento tecnico. Inoltre, il casco è un oggetto ingombrante se non si ha dover riporlo. Infine, un soggetto è certamente più vulnerabile quando guida una moto, rispetto a un’automobile.
Biciclette
Nel 2019, quasi due milioni di italiani utilizzavano la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano. Negli ultimi anni vi è stata una notevole crescita di interesse nei confronti di questo mezzo di trasporto: esso rappresenta un ottimo punto di partenza per raggiungere degli obiettivi di mobilità sostenibile. Notevole è il numero di vantaggi e svantaggi che possiamo ascrivere al suo utilizzo.
Utilizzare abitualmente questo mezzo apporta notevoli vantaggi: primo tra tutti, la possibilità di ridurre il tempo impiegato a trovare parcheggio. Non è un caso, infatti, che sia maggiormente utilizzato dagli studenti sulle brevi distanze. Inoltre, richiede una manutenzione minima e ha un costo contenuto sia sul breve che sul lungo periodo. Si tratta di un mezzo molto pratico, in quanto consente di muoversi in mezzo al traffico, di imboccare strade altrimenti chiuse ad altri mezzi e occupa poco spazio. Tra l’altro, permette di unire l’utile al dilettevole: scegliendo una modalità di trasporto attiva, si riduce il tempo complementare da “dover” dedicare all’attività fisica.
In negativo, i ciclisti sono considerati in assoluto gli utenti più vulnerabili della strada, insieme ai pedoni, in rapporto al numero di incidenti gravi occorsi. Inoltre, in città nessun lucchetto può essere considerato sicuro, e un parcheggio azzardato può costarci caro: spesso, infatti, non pensiamo ad assicurare il mezzo in quanto consideriamo il suo valore troppo esiguo. Infine, le intemperie costituiscono un limite: la pioggia contribuisce a far perdere attrito alle ruote e una riduzione dell’illuminazione stradale pone il ciclista più a rischio incidenti.
Mezzi di trasporto pubblici
La domanda di trasporti pubblici ha subito un calo a causa della pandemia, ma ha ripreso la sua ascesa nel 2021. Tuttavia, gli utenti abituali si sono mostrati titubanti per via del rischio contagio. Qui prenderemo in considerazione il trasporto pubblico locale e i treni utilizzati per i trasporti quotidiani.
Autobus, tram e treni
Il trasporto pubblico locale ed extraurbano costituisce ad oggi una valida scelta per muoversi, soprattutto per chi vive in città. Vanta un tasso di mortalità esiguo e dei costi contenuti. Di contro, le limitazioni che spesso incontra l’utente medio sono causate dalle infrastrutture e non dal mezzo in sé. Gli svantaggi causati dall’utilizzo dei mezzi pubblici possono essere: manto stradale inadeguato, mezzi insufficienti, percorsi tortuosi. Essi sono inoltre spesso affollati e non sempre permettono di raggiungere la destinazione in tempi brevi.
Perché dovremmo cambiare abitudini?
Vi sono diverse ragioni per cui dovremmo iniziare a riflettere sulle modalità che utilizziamo per spostarci. Infatti, la pandemia causata dal virus Sars-CoV-2 ha portato con sé un effetto positivo: rispetto al 2019, nel 2020 si è registrata una riduzione delle emissioni di gas serra del 10%, a cui la riduzione del traffico veicolare ha contribuito per il 17%.
La salute del pianeta in cui viviamo dovrebbe essere quanto più possibile preservata per consegnare un mondo salubre alle generazioni future. Inoltre, un maggior utilizzo di mezzi di trasporto pubblici e/o senza motore ridurrebbe il numero di incidenti occorsi in strada e l’inquinamento da polveri sottili. Difatti, la vulnerabilità di pedoni, biciclette e monopattinisti dipende dalla presenza di mezzi più veloci, più pesanti e meno attenti al mondo circostante. Vogliamo parlare, invece, dell’inquinamento acustico? Una decentralizzazione dei mezzi a motore privati e una città popolata solo da mezzi leggeri sarebbe molto più silenziosa, con conseguenti livelli ridotti di stress. Infine, diversi studi hanno smentito la credenza secondo cui un ciclista respiri più smog di un automobilista.
Resistenze e limiti al cambiamento
Molte delle città italiane ed europee sono costituite da un centro storico, in passato nucleo dei servizi pubblici e residenziali, contenute all’interno di mura e fortezze rinascimentali. Esse costituivano il limite tra la città vera e propria e le campagne circostanti. Con la rivoluzione industriale, i nuclei hanno iniziato ad espandersi: intorno ad essi sorgevano attività industriali, quartieri operai e residenze medio-alto borghesi. Al tempo stesso, venivano costituiti nuovi spazi pubblici con strade larghe, viali alberati e, stavolta, una progettazione geometrica delle strade. Successivamente alla seconda guerra mondiale, i ceti-medio bassi si potevano permettere un mezzo a motore privato.
Molte città hanno quindi adottato una forma “auto-centrica”, in cui le strade venivano progettate per fare fronte all’aumentato volume di autovetture. Questo condiziona enormemente le scelte individuali, in quanto l’autovettura rimane a tutti gli effetti il mezzo di trasporto più comodo, nonostante le oggettive limitazioni. Un’altra limitazione potrebbe essere rappresentata dagli investimenti da parte dello Stato, che incentiva l’acquisto di mezzi di trasporto elettrici. Questi ultimi sono meno inquinanti, ma comunque hanno un notevole impatto sul mondo circostante; inoltre, spesso le infrastrutture non sono adeguate al loro utilizzo (numero di stazioni di ricarica, manto stradale). In alternativa, si dovrebbe puntare sul rendere le strade più sicure per gli utenti considerati vulnerabili, segnalando e costruendo percorsi alternativi per spostarsi in bicicletta.
Un ultimo argomento spesso fonte di dibattito è il prezzo proibitivo del servizio taxi: in molti Paesi, Uber ha preso il suo posto, ma in Italia i prezzi dei due servizi sono comparabili.
Mezzi di trasporto alternativi
Se le nostre attuali scelte non ci permettono di sostituire un mezzo pubblico a un mezzo a motore privato, abbiamo comunque ancora accesso a delle alternative. Per esempio, la scelta di motori ibridi o elettrici per autovetture o motocicli potrebbe notevolmente ridurre l’impatto negativo che produciamo sull’ambiente. Se la resistenza a scegliere la bicicletta come mezzo di trasporto di elezione è causata dalla distanza percorsa, si potrebbe acquistare una e-bike. Negli ultimi anni, inoltre, è aumentato l’utilizzo dei servizi di car sharing o car pooling. Essi permettono di risparmiare tempo, denaro e incentiva la socialità tra colleghi e amici.
Impiegare più tempo a raggiungere una destinazione non si traduce necessariamente in uno spreco. Quel momento può essere usato per leggere un libro, ascoltare un podcast, effettuare quella telefonata importante che rimandiamo da giorni o riposare.
In ultimo, ricordiamo che un utilizzo combinato dei mezzi a nostra disposizione rimane un enorme passo avanti. Per esempio, si potrebbe utilizzare la propria autovettura per avvicinarsi alla propria destinazione, per poi utilizzare una bicicletta pubblica per raggiungere in definitiva il punto desiderato. Oppure, se si ha la fortuna di vivere vicino a delle stazioni ferroviarie, si può trasportare la bicicletta in treno. Infine, occorre riflettere sulle proprie scelte individuali: sono dettate da una mancanza di alternative o da una personale resistenza al cambiamento? Che valore diamo all’impatto che produciamo con mezzo con cui ci spostiamo quotidianamente? In che modo trascorriamo il tempo dedicato agli spostamenti?
Vi vengono in mente altri vantaggi o svantaggi ad usare i mezzi di trasporto citati o altre riflessioni? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonti:
- Istat 1 2 3 4 5
- Motociclismo.it
- Ispra
- Studio Tecnico Pagliai
- Inmoto.it