Il mondo in fiamme di Naomi Klein

Ormai ci stiamo abituando all’idea che d’estate ci siano incendi in tutto il mondo. La maggior parte di noi sa che queste catastrofi sono causate o comunque facilitate dalla crisi climatica che inaridisce i terreni e aumenta la temperatura terrestre. Mentre leggevo notizie come “Greece is on fire” , mi continuava a tornare in mente il libro di Naomi Klein.

Il mondo in fiamme (Feltrinelli, 2019) è un ottimo modo per andare più a fondo nella questione climatica. A questo punto, purtroppo, le catastrofi ambientali sono evidenti. Tuttavia c’è ancora gente, anche ai vertici di potere, che nega l’esistenza di un’emergenza climatica, si pensi a presidenti come Trump o Bolsonaro. È per questo che informarsi è importante: bisogna conoscere i dati per contrastare i negazionisti e spiegare i fatti a chi non è ancora convinto della gravità della situazione.

Il mondo in fiamme

Quando si tratta di letteratura ecologica, Klein è senza dubbio la mia scrittrice preferita – l’avrete già capito dall’articolo sul suo capolavoro, No Logo. Oltre a essere una fantastica giornalista, ha un modo unico di affrontare questo tema. Infatti non si limita a elencare gli eventi della crisi climatica, ma prende in considerazione ogni suo aspetto, dalla sfida politica alla difficoltà emotiva di continuare a lottare.

Ad esempio, nel suo libro spiega il legame tra questa crisi e l’ascesa sia della supremazia bianca che del socialismo democratico. Davanti ai disastri ambientali che abbiamo causato e i conseguenti esodi climatici, la politica si divide in due: alzare muri o accogliere, negare l’evidenza o fare i conti con le scelte del passato.

Vorrei precisare che non si tratta di destra o sinistra, perché il clima e l’ambiente non dovrebbero essere legati ad alcun partito politico. Tuttavia la realtà dei fatti, nel Nord America del 2019, era che i negazionisti del clima erano anche molto schierati politicamente, quindi il libro rispecchia il periodo storico in cui è stato scritto.

Ma, come accennavo poco fa, non si parla affatto solo di politica. Klein offre anche un’analisi sociale dell’Occidente e trova ancora una volta dei legami tra il nostro modo di vivere e l’accelerare della crisi climatica. In una società che pretende di ricevere tutto e subito, infatti, non c’è più spazio per i lenti tempi naturali.

Ci siamo abituati a mangiare qualsiasi alimento anche fuori stagione o a ricevere un pacco spedito da chissà dove nel giro di due giorni, quindi è normale che la natura ormai ci risulti troppo lenta. Ed è normale anche che tutta questa immediatezza abbia un prezzo.

Copertina di Il mondo in fiamme di Naomi Klein
Copertina del libro

Possiamo spegnere l’incendio?

Spesso libri come questo possono risultare pessimisti, perché di fatto ci fanno rendere conto di quanto sia problematica la realtà attuale. Ma Il mondo in fiamme dedica qualche capitolo anche alla speranza e all’Ostinato Ottimismo – che abbiamo imparato a conoscere nell’articolo su Scegliere il futuro.

Klein evidenzia che esistono già molte soluzioni. I movimenti attivisti giovanili, come il Sunrise Movement negli Stati Uniti o il Fridays For Future in tutto il mondo e le comunità indigene continuano a lottare per il nostro pianeta e quindi per il futuro dell’umanità.

Ma Klein non dimentica che c’è bisogno di agire subito e a livello globale per ottenere davvero dei cambiamenti. Infatti lei stessa ha creato un’organizzazione (The Leap) per incitare il governo canadese a prendere decisioni drastiche e immediate.

Infine, per chiudere con un po’ di esempi positivi, il libro consiglia di prendere ispirazione dai paesi scandinavi. Naturalmente queste nazioni non sono perfette, anzi la stessa Thunberg critica spesso la sua Svezia. Tuttavia Klein li usa per dimostrare che un sistema economico e sociale diverso può esistere e può anche funzionare molto meglio del capitalismo.

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Yoga è stata pescata accidentalmente da un peschereccio a strascico davanti alla costa di Cesenatico. Attualmente sta svolgendo il processo di riabilitazione in vasca presso le strutture di Cestha e nei prossimi giorni svolgerà gli accertamenti veterinari. Ancora non ha iniziato ad alimentarsi, si deve ancora abituare alla sua vasca.

The Black Bag ha deciso di battezzarla con il nome Yoga - dopo averla adottata - per ringraziare David e Gruppo Yoga Solidale Genova per aver contribuito, con una donazione, alla sua adozione.

Bellolampo viveva insieme al suo branco di cani liberi nella discarica di Palermo situata in Via stradale Bellolampo, dalla quale prende il nome.

Non sappiamo esattamente perché, ma il branco è stato catturato e portato nel canile municipale di Palermo, un luogo assolutamente inospitale, inadeguato e spaventoso per tutti i cani, ma soprattutto per i cani nati liberi che non hanno praticamente mai avuto contatti con l’uomo.

La data di nascita viene indicativamente riportata come l’1/12/2015 e l’ingresso nel canile di Palermo è avvenuto il 9/4/2016.
Bellolampo aveva solo 4 mesi quando è stato tolto dal suo territorio nativo e separato dai suoi fratelli per essere chiuso in un box sovraffollato.

Una volontaria del canile di Palermo segnalò a Buoncanile l’urgenza di trovare una sistemazione migliore per lui così riuscirono a farlo arrivare a Genova nell’ ottobre 2016 insieme ad un'altra cagnolina, Papillon.

Furono i primi cani del #buoncanileprogettopalermo.

Bellolampo ha subito manifestato una forte paura nei confronti delle persone e dell’ambiente, arrivando anche a mordere, mentre si è dimostrato da subito capace e desideroso di instaurare forti legami con gli altri cani.

Nel tempo ha imparato a fidarsi dei gestori del canile e piano piano ad aprirsi anche a pochi volontari selezionati.

Essendo un cane molto carino e anche di piccola taglia negli anni ha ricevuto diverse richieste di adozione, ma tutte incompatibili con il suo carattere diffidente e spaventato.

Una curiosità? Bellolampo ama gli equilibrismi! Gli piace saltare sui tavoli, le panche, le sedie, i muretti e proprio non resiste al fascino della carriola!!

Mix pittina dagli occhi magnetici... salvata da pesante maltrattamento. Viveva a Napoli legata alla ringhiera delle scale condominiali ad una corda cortissima.

Lei è un cane eccezionale, nata nel 2013. Entrata in canile nel 2014 si è subito distinta per le sue naturali doti olfattive: con lei abbiamo lavorato tantissimo sulla discriminazione olfattiva, fino a farle seguire delle vere e proprie piste di sangue finalizzate al ritrovamento di persone scomparse (attività fatte solo ai fini ludici).

Non va d’accordo con i suoi simili, per cui cerca una famiglia senza altri animali in casa, una famiglia dinamica , esperta e disposta ad un percorso conoscitivo.

Paco cerca casa! Si trova a Genova!

Paco è stato adottato da cucciolo con la superficialità di chi crede che un cucciolo sia un foglio bianco sul quale scrivere ciò che si vuole, e con la stessa superficialità è stato portato in canile perché dopo due anni era cresciuto con caratteristiche diverse da quelle di un peluche.

Paco è un cane affettuosissimo, curioso e dinamico, viene presentato a tutti i nuovi volontari del canile come uno tra i cani più equilibrati e gestibili anche per chi è alla prima esperienza.

Ama passeggiare a lungo, è già abituato a vivere in casa, viaggia volentieri in auto, è sempre alla ricerca di nuove avventure da fare in compagnia dei suoi amici, è molto bravo in città, non ha paura delle persone, né dei cani. Non ama i cani maschi, è invece molto bravo con le femmine. Non è compatibile con i gatti.

E’ un cane adulto oramai, è nato nel 2014, una taglia media (circa 20 kg), è un cane che sa gestire bene le emozioni, i suoi bisogni e i suoi spazi.

Paco ha bisogno di un'adozione responsabile, che non sottovaluti i segnali di stress che sa comunicare, soprattutto quando vuole riposare in cuccia senza essere disturbato.