L’ambientalismo dello Studio Ghibli
Quando penso a film d’animazione con un messaggio profondamente ambientalista, mi vengono in mente per la maggior parte opere di Hayao Miyazaki. Questo autore è tra i fondatori del più famoso studio cinematografico giapponese, lo Studio Ghibli. Il fatto che il simbolo dello studio sia Totoro, lo spirito della natura del bellissimo cartone animato per bambini, Il mio vicino Totoro (1988), basterebbe per comprendere che l’ideologia ecologista permea ogni film di Miyazaki.
Tuttavia l’importanza della natura e i danni che l’essere umano ha perpetrato contro di essa non sono sempre il tema principale. Anzi, sono spesso lo sfondo delle vicende o fanno parte della morale del film. Lo stesso Miyazaki ha detto più volte, e l’ha ripetuto durante un’intervista agli Oscars nel 2009, che l’importante non è incentrare o meno la propria storia sul problema ambientale, ma far sì che se ne parli nella realtà. La crisi climatica infatti è un pericolo reale. Il regista giapponese afferma di potersi limitare a rappresentare il mondo come appare, sta al pubblico cogliere il messaggio e prendere decisioni nella propria vita.
Detto ciò, i film di cui parlerò in questo ciclo di articoli sullo Studio Ghibli denunciano chiaramente i disastri ambientali causati dal genere umano.

Nausicaä della Valle del vento
Il primo film di cui vorrei parlare non è propriamente dello Studio Ghibli, perché è uscito un anno prima della sua fondazione, però è stato ideato, scritto e diretto da Hayao Miyazaki. Nausicaä della Valle del vento (1984) è ambientato in un mondo post apocalittico e ha un’incredibile atmosfera steampunk. Una terribile guerra ha raso al suolo il nostro pianeta e gli esseri umani hanno rischiato l’estinzione.
La gran parte della superficie terrestre è ormai ricoperta dal Mare della Putrefazione, una sorta di foresta in cui vivono degli insetti giganti e spaventosi. Questo nuovo ecosistema è tossico per gli umani, che sono costretti a indossare maschere filtranti se vogliono attraversarlo. L’unica a non avere paura di quegli animali è la protagonista Nausicaä, la principessa di un piccolo regno chiamato Valle del vento. A differenza degli altri, lei rispetta ogni forma di vita e vuole solo capire come salvare il mondo, che rischia di collassare sotto un’altra guerra globale.
Questa è la premessa del film e non vorrei dirvi di più perché bisogna davvero vederlo di persona e ammirare le sue meravigliose immagini. Per fortuna è disponibile su Netflix.
Il disastro della baia di Minamata
Il film è tratto dall’omonimo manga scritto da Miyazaki anni prima. L’autore fu ispirato da un tragico evento avvenuto durante la sua infanzia nella baia di Minamata.
Dagli anni Trenta, l’industria chimica Chisso riversava nelle acque del mare giapponese il metilmercurio. La città di Minamata si basava principalmente sulla pesca e gli animali marini erano alla base della dieta degli abitanti locali, quindi non ci volle molto prima che questo composto chimico risalisse la catena alimentare e cominciasse ad ammalare e uccidere persone e animali.
Nel 1956 ci furono i primi casi di malattia di Minamata, ma l’inquinamento non venne subito riconosciuto come causa. La stessa Chisso smentì per anni le accuse che la volevano colpevole di tutte quelle morti. Così continuò a smaltire i propri rifiuti chimici nel mare fino al 1968.
Questo disastro ambientale fu uno degli spunti per Miyazaki quando decise di raccontare un mondo apocalittico. L’ecosistema tossico del Mare della Putrefazione richiama direttamente l’inquinamento provocato dalle sostanze chimiche a Minamata.
La verità è che in tutto il mondo ancora oggi siamo pieni di disastri simili e persino quelli che non ci uccidono immediatamente hanno spesso ripercussioni nel prossimo futuro.
L’eroina Nausicaä ci ricorda quanto sia importante non perdere l’armonia con l’ambiente, perché anche l’essere umano fa parte dell’ecosistema terrestre. Non possiamo pensare di essere al di sopra della natura solo perché siamo capaci di distruggerla. È fondamentale per la nostra sopravvivenza proteggere la Terra. Come vediamo in questo film, il pianeta si adatta e ha capacità rigenerative, noi no.