Verso Glasgow 2021
Si è da poco conclusa a Milano la Pre-COP26. L’ evento anticipa e scandisce i lavori preparatori in vista delle negoziazioni ufficiali di Glasgow, per quest’anno sede della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici o COP26.
UN EVENTO STORICO
L’incontro milanese è stato definito dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, come «un evento storico, che ha segnato un vero e proprio cambio di paradigma». Per la prima volta nella storia della Conferenza, al vertice dei Ministri, ha partecipato attivamente una rappresentanza delle nuove generazioni: la Youth4Climate. Composta da 400 giovani provenienti da 189 Paesi, la delegazione ha messo sul tavolo dei lavori le proprie rivendicazioni.

Foto di Antonio Piemontese.
Alla Pre-COP26 i giovani chiedono ai Governi di essere rappresentati nelle strutture decisionali internazionali, di essere quindi coinvolti in ogni questione che riguarda la lotta alla crisi climatica, arrivando a varare una ventina di proposte da portare al vertice di Glasgow. Le richieste della “generazione Greta” non toccano solo la problematica ambientale ma anche quella sociale ed economica ad essa ricollegate. Una particolare lente di ingrandimento sull’esigenza di investire maggiormente e in maniera trasparente sulla transizione energetica, nello specifico sulle fonti rinnovabili, esortando tanto il settore pubblico quanto quello privato ad abbandonare entro il 2030 i combustibili fossili (se siete curiosi di sapere a che punto siamo sul processo di decarbonizzazione vi consiglio il nostro articolo a riguardo).
Pre-COP26: ACCELLERARE E CONCRETIZZARE
Sicuramente le parole d’ordine che emergono dalla Pre-COP26 sono essenzialmente due: “accelerare” e “concretizzare”. Lo ricordano Greta Thunberg e Vanessa Nakate, con i loro interventi appassionati, che non abbiamo più tempo. Bisogna cambiare e bisogna farlo ora. Basta con questa retorica verde. Il “bla -bla- bla” deve finire.

A prescindere dai toni sferzanti e di sfida, anche la rappresentanza governativa concorda sulla necessità di fare di più e farlo più velocemente. Si è riconfermato infatti l’obiettivo di contenere il riscaldamento entro 1,5 gradi.
Naturalmente ci sono ancora Stati più restii di altri, soprattutto quelli la cui economia si basa fortemente sui carburanti fossili e le grandi economie emergenti. E infatti il dramma non manca: pare che il primo ministro australiano, Scott Morrison, non sia molto convinto sull’idea di abbandonare le risorse fossili nel breve periodo e per questo minacci di non prendere parte all’evento scozzese.
A questo proposito, la Pre-COP26 si è soffermata su due questioni fondamentali: il tema della diversa responsabilità degli Stati e il tema della trasparenza dei dati. Si è vero, tutti inquiniamo… ma non allo stesso modo. Il continente africano, ad esempio, produce solo il 3% delle emissioni a livello globale ma continua ad essere il continente che subisce più di ogni altro le conseguenze dei gas serra. Inoltre, fondamentale risulta essere la veridicità e la qualità dei dati su cui basiamo le attività di mitigazione e lotta al cambiamento climatico. «Quello di cui abbiamo bisogno è di una base dati condivisa che possa essere certificata a livello internazionale» così ribadisce il Ministro Cingolani.
Ora non ci resta che aspettare la COP26 per vedere se la voce dei più piccoli sarà effettivamente ascoltata.