The Black Bag è nata nel 2019 nella città di Genova organizzando principalmente eventi di pulizia delle spiagge.
Nel corso degli ultimi anni, infatti, abbiamo organizzato più di 50 giornate dedicate alla pulizia delle spiagge in Liguria, arrivando a registrare oltre 200 partecipanti durante alcune delle nostre iniziative!
Le location più gettonate sono state sicuramente la spiaggia della Foce (Genova), quella di Sturla (Genova) e la foce del torrente Entella (Chiavari).
Abbiamo inoltre organizzato qualche attività sul litorale romano, in compagnia di Sosteniamoci Onlus e Ostia Cleanup.
Questo genere di attività ci ha consentito di trascorrere molto tempo all’aria aperta, conoscere persone e realtà stimolanti e impiegare il nostro tempo libero in maniera creativa e utile.
Tutto fantastico, vero?
Anche secondo me dovreste partecipare almeno una volta!

Ma se state invece pensando di organizzare un’iniziativa simile senza la nostra partecipazione, vogliamo fornirvi alcuni suggerimenti perfezionati dalla nostra esperienza sul campo.
Ecco quindi di seguito alcuni suggerimenti che abbiamo ritenuto importanti e che abbiamo voluto raccogliere all’interno di questa guida.
Controllate le mareggiate
In Liguria, ma son quasi sicuro avvenga nella maggior parte del mondo, la mareggiata spesso deposita una quantità di rifiuti enorme sul litorale.
Non mettetevi in pericolo e aspettate che cessi il moto ondoso.
A quel punto, intervenite.
Troverete in spiaggia tantissima plastica, molti rifiuti (anche ingombranti) e, talvolta, qualche animale morto.
Abbiate cura della fauna locale
Volatili e migrazione
Può succedere che, pur con l’intento di compiere una buona azione per l’ambiente e per i propri concittadini, si vada a ledere la fauna che popola il luogo.
Volendo organizzare un cleanup della spiaggia alla foce del fiume Entella (Chiavari), ci siamo “scontrati” con un fenomeno che non avevamo considerato: la migrazione degli uccelli.
La zona, infatti, è un’oasi faunistica in cui, in determinati periodi dell’anno, diversi volatili transitano, impegnati nella propria migrazione.
Grazie al confronto con la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) abbiamo potuto scegliere correttamente le date in cui effettuare i nostri cleanup, in modo tale da non disturbare i volatili.
Tartarughe
Purtroppo non siamo stati così fortunati (per ora) da organizzare attività in spiagge popolate da tartarughe.
È bene però porre attenzione alle zone in cui mamma tartaruga depone le uova.
Qualora non ne fossi al corrente, infatti, queste vengono deposte sotto la sabbia.
I nidi sono stati individuati principalmente nelle regioni del sud Italia (particolarmente in Cilento e nella Costa Ionica della Calabria) ma anche in Veneto.
Promuovete l’iniziativa
Quando abbiamo cominciato eravamo fortemente convinti che non molte persone ci avrebbero seguito in questa iniziativa.
Invece, ad oggi, possiamo affermare con orgoglio che più di 1500 persone hanno preso parte ai nostri eventi di pulizia delle spiagge!
Attualmente diffondiamo le nostre iniziative attraverso la pianificazione di eventi sul nostro sito web e la promozione tramite i nostri canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn).
In passato abbiamo utilizzato altri canali, come WhatsApp e Telegram.
Insomma non importa come, ma ditelo a qualcuno!
Rimarrete piacevolmente sorpresi nel notare quante persone accoglieranno la vostra “proposta”.
Kit “di sopravvivenza”
Senza troppi giri di parole, un elenco di ciò che fareste bene ad avere con voi quando volete ripulire una spiaggia.
- Guanti da lavoro
- Sacchi della spazzatura (trasparenti o di colori diversi per distinguere le categorie di rifiuti. I sacchi di juta o canapa, usati come contenitori per altri sacchi, aiutano a prevenire che questi cedano o si buchino).
- Borraccia con acqua (potenzialmente sostituibile con un thermos di caffè e o una bella birretta fresca, vedete un po’ voi…)
- Igienizzante per le mani
- Carta e penna (o note del telefono, per annotare i rifiuti raccolti)
- Un cappellino da bagnare eventualmente nei mesi caldi
- Scarpe chiuse (meglio se alte, la sabbia nei calzini non è il massimo)
- Un telo dove riversare i rifiuti al fine di differenziarli e categorizzarli
- Un “segnaposto” che indichi dove vi troviate alle persone che arrivano sul posto
Attenzione al vento
Sarà che qui a Genova spesso tira un vento piuttosto forte sulla costa.
Più di una volta ci è capitato di raccogliere i rifiuti sopra un telone (per poi differenziarli) e vederli spargere dal vento nuovamente sulla spiaggia.
Tenete a mente questa cosa!
Kit “avanzato” per la pulizia delle spiagge
Quelle cose non essenziali, ma che rendono tutto decisamente migliore:
- Musica: portate una cassa, una chitarra, una band. Ma mettete della buona musica. Oltre che tenere alto il tono dell’umore, renderà la giornata più piacevole.
- Cibo: noi siamo genovesi e portiamo la focaccia, voi “armatevi” in ogni caso di cibo e bevande (meglio se locale!). Al termine della giornata, magari davanti a un bel tramonto, condividere uno spuntino, un bicchiere e due chiacchiere, vi permetterà di confrontarvi su temi importanti relativi all’ambiente e conoscere persone interessanti. Da queste chiacchierate, nel nostro caso, sono nate amicizie e collaborazioni.
- Costume, asciugamano e maschera: vi capiterà più volte di aver voglia di fare un bagno in mare. Non fatevi cogliere impreparati!

Errori comuni
Noi l’abbiamo imparato sbagliando. Voi potete impararlo “gratis”.
- Informatevi in tempo sull’ente incaricato della raccolta di rifiuti.
Cercate di contattarlo con qualche giorno di anticipo per pianificare la raccolta di rifiuti ingombranti o quantità ingenti di sacchi della spazzatura.
Noi, solitamente, stabiliamo con Amiu (l’ente che si occupa della raccolta dei rifiuti a Genova) un luogo in cui depositare quanto raccolto, in attesa che passino a prelevarlo.
Tenete a mente che contattare l’ente predisposto è l’unico modo per smaltire i rifiuti senza incorrere in sanzioni. - Controllate inoltre, prima di iniziare, la posizione dei bidoni della differenziata più vicini a voi.
Vi aiuterà ad evitare di percorrere kilometri con quanto raccolto. - Attenzione a non far entrare troppa sabbia nei sacchetti mentre riponete al loro interno i rifiuti raccolti.
Rischiate di ritrovarvi con sacchi molto pesanti. - Svuotate le bottigliette prima di buttarle (ovviamente non se sono liquidi tossici o da smaltire in modo particolare). Il motivo è lo stesso del punto 3.
- Non “sottovalutate il problema”: spesso la spiaggia sembra pulita. Ma è sufficiente fare attenzione per rendersi conto di quanto sia piena di microplastiche e piccoli frammenti.
- Molti degli oggetti e dei rifiuti che troverete possono sembrare inutili.
Lo saranno sempre meno se entrerete in contatto con realtà o persone che sono in grado di dare loro una nuova vita.
Noi ad esempio conserviamo tutti i tappi di plastica, grazie al progetto Stock. - Noi per primi abbiamo dovuto imparare come effettuare correttamente la raccolta differenziata. Per poter categorizzare i rifiuti, dovete essere in grado di riconoscere il materiale di cui sono fatti e sapere qualche nozione base sulla loro differenziazione. Trovate qui una nostra breve guida.
Citizen Science
La singola attività di cleanup in spiaggia ha la possibilità di contribuire in modo attivo alla ricerca scientifica e all’individuazione dei principali materiali inquinanti.
Censendo i rifiuti raccolti e differenziati su piattaforme come quella di Surfrider (Ocean Initiatives) si ha la possibilità di fornire a scienziati dati preziosi che, tra l’altro, hanno già contribuito all’emanazione di diverse leggi e iniziative contro la plastica monouso.
Chi opera sul territorio, infatti, è un chiaro testimone della presenza di rifiuti e delle loro caratteristiche.
Non limitare quindi la tua attività alla singola azione, diventa uno scienziato!
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