Quando cerco libri ambientalisti per bambinə, è fondamentale che siano in italiano, ma troppo spesso i più interessanti che trovo sono delle traduzioni. Per questo ero entusiasta di sapere che nel 2021 sarebbe uscito Ragazze per l’ambiente. Storie di scienziate e di ecologia di Vichi De Marchi e Roberta Fulci, con le illustrazioni di Giulia Sagramola (Editoriale Scienza, 2021).
Lo stesso team di autrici e illustratrice aveva lavorato a Ragazze con i numeri nel 2018. Infatti il chiaro intento di questi libri è quello di insegnare ai bambinə che ci sono anche moltissime donne nel campo della scienza e della matematica. Credo che sia importante farlo capire sia ai maschi che alle femmine, quindi non trovo che quello di oggi sia un libro da far leggere solo a queste ultime.
Nonostante ci siano molte illustrazioni, Ragazze per l’ambiente è consigliato ai ragazzə dagli 11 anni in su.
In un periodo in cui quasi tutti gli adolescentə conoscono la crisi climatica e sono legatə alla causa ambientalista, questo libro ci riporta indietro nel tempo per scoprire le prime donne che si sono interessate al tema fino ad arrivare a quelle che ancora lavorano per salvaguardare il pianeta.

Storie di scienziate e di ecologia
Si parte quindi dall’americana Rachel Carson, di cui abbiamo già ampiamente parlato nell’articolo dedicato al suo capolavoro, che trattava di pesticidi e inquinamento già negli anni Sessanta. Si passa poi per diversi periodi storici: alcune scienziate si sono occupate della protezione degli animali, come la canadese Anne Innis Dagg, detta “signora delle giraffe”; altre di tecnologie come l’energia solare, studiata dall’ungherese Maria Telkes, o come la robotica vegetale della biologa italiana Barbara Mazzolai.
Barbara Mazzolai

Le dieci scienziate che compaiono in ordine nel libro sono: Rachel Carson, Eva Crane, Barbara Mazzolai, Caitlin O’Connell, Eunice Newton Foote, Maria Klenova, Anne Innis Dagg, Mára Telkes, Susan Solomon, Gitanjali Rao. Tra queste, come avrete notato, compare anche un’italiana, la biologa Mazzolai.
L’importanza di questa scienziata è dovuta alla sua principale invenzione: i plantoidi. L’idea alla base dei suoi studi è la bioispirazione, cioè la scelta di imitare la natura quando alcune sue forme o caratteristiche possono aiutare anche il genere umano. Nello specifico, il plantoide è un robot disegnato in modo che imiti le piante a tal punto da poter essere inserito nel loro ecosistema per studiarle ancora più a fondo. Con questi robot si voleva capire la funzione e l’importanza delle radici. E grazie a questi studi siamo riusciti a scoprire che anche le piante comunicano, tra di loro e con altri organismi.
Ma a questo punto lascio la parola a lei: