I rifiuti e la raccolta differenziata sono ormai da anni questioni spinose per la città di Roma. Sicuramente una delle difficoltà maggiori è la sua grandezza, ma questa non può certo essere una scusa per non avere un sistema ben organizzato nella capitale di una nazione europea.
Prima di tutto, dobbiamo capire chi c’è dietro alla raccolta dei rifiuti e com’è organizzato il sistema di smaltimento. Crescendo a Roma, ma anche solo vivendoci per qualche anno, si impara subito l’odio condiviso dei cittadini per l’ATAC e per l’AMA. Della prima abbiamo brevemente parlato nell’articolo sugli spostamenti più ecologici di questa città. Della seconda azienda parleremo oggi.
Bisogna dire che l’AMA viene spesso citata da tutti, sopratutto per parlarne male, ma non è così scontato sapere esattamente di cosa si occupa. Inoltre, se da un lato sappiamo che parte delle sue attività è lo smaltimento dei rifiuti, c’è sempre molta confusione sulle modalità scelte dall’azienda. Insomma che fine fanno i nostri rifiuti dopo che li abbiamo lanciati negli appositi cassonetti?
Scopriamolo insieme.
Come funziona davvero l’AMA?
L’AMA (Azienda Municipale Ambiente) è la società che si dedica alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti urbani a Roma dal 1985. Esiste un contratto di servizio che determina le funzioni di AMA e il suo rapporto con la Capitale. In questo contratto si stabilisce «un adeguato sistema di valutazione, monitoraggio e controllo delle prestazioni» che può essere svolto in qualsiasi momento e con qualsiasi modalità dall’Amministrazione Capitolina, per garantire il rispetto delle leggi e degli obiettivi stabiliti.
Le funzioni di AMA sono tante, poiché la gestione dei rifiuti urbani presuppone quattro attività molto diverse: la raccolta, il trasporto, la suddivisione e la lavorazione finale.
La modalità di raccolta dei rifiuti è semplificata suddividendo il comune in 15 municipi, tra questi si distribuiscono sistemi di raccolta porta a porta (PAP) e raccolta stradale (ST). Il V municipio, che è uno dei più grandi di Roma, è l’unico a non effettuare la raccolta PAP. In totale i cittadini romani che godono del servizio PAP sono il 33% – e i municipi I, IX e X compongono più del 75% del servizio totale. Anche se il servizio ST è più comodo per il recupero dei rifiuti urbani, presenta molti problemi. Tra i più gravi, è il sistema meno controllato e poi è a disposizione di tutti, quindi anche di chi non paga la TARI (tassa sui rifiuti).

Cosa succede alla nostra raccolta differenziata?
Secondo l’AMA nel primo semestre del 2020, in media i cittadini residenti romani (2.848.084, Iscritti all’anagrafe al 31 Dicembre 2019) producono 274 kg/abit./anno di rifiuti, ammontando a un totale di 781.558 tonnellate. Per farvi un’idea, gli aerei di linea pesano in media 370 tonnellate.
I rifiuti sono divisi in indifferenziati, organici, vetro, plastica e metallo, e carta. I rifiuti indifferenziati sono tutti quelli che non possono essere riciclati perché sfatti o rovinati. In totale solo il 45% dei rifiuti che raccoglie l’AMA è differenziato, pertanto pronto per essere riciclato.
I rifiuti riciclabili
Tutti i rifiuti raccolti dall’AMA sono portati a impianti specializzati nella separazione e collocazione di questi. I rifiuti differenziati vengono portati ad altri enti che svolgono un’ulteriore selezione (dove avviene un’ulteriore separazione dei rifiuti). Questi vanno ai rispettivi Consorzi di Filiera: Coreve, Corepla, Cial, Cna, che con trattamenti meccanici e biologici, impianti di recupero e di stoccaggio, restituiscono un nuovo uso ai rifiuti. Carta e Cartone invece vengono trasferiti alla piattaforma Comieco per essere ritrasformati in nuova carta. I rifiuti organici provengono dalla raccolta PAP, dai ristoranti, dalle mense e dai mercati rionali. Essi vengono inviati all’impianto di compostaggio di AMA per essere trasformati in Compost (concime naturale usato in agricoltura e giardinaggio).
I rifiuti non riciclabili
In media a Roma i rifiuti indifferenziati formano il 55% del totale. Questi vengono mandati a Roccia Cencia e Salario, due impianti di separazione, e successivamente vengono divisi tra impianti di recupero energetico e discariche. Gli impianti di recupero energetico in essenza bruciano i rifiuti per ottenere energia elettrica (cercando di non introdurre gas tossici in atmosfera). Le discariche dividono tra strati di rifiuti non recuperabili a strati di rifiuti organici (Compost), per avere meno impatto ambientale. In media la tariffa di recupero dei rifiuti ammonta a €175 per il trattamento e €25 per il trasporto.
Secondo l’amministrazione dell’AMA, esiste un deficit di circa 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati.
Ogni giorno a Roma si raccolgono circa 2600 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Questo significa che ogni nove tonnellate di rifiuti raccolti una rimane per strada. L’amministrazione ha spiegato che questo accade per mancanza di impianti di trattamento, di mezzi e di personale.
Quindi Roma è costretta ad appoggiarsi agli impianti della regione Lazio. La regione riesce a gestire circa 174mila tonnellate, mentre ne spedisce in altre regioni e in parte anche all’estero circa 58mila.

Ci sono soluzioni?
Per sopperire al problema, spesso si pensa all’ipotesi del commissariamento (un’autorità con poteri che scavalcano quelli della regione), utilizzato a Napoli negli anni Novanta.
Anche se a primo impatto questa opzione può sembrare adeguata per la situazione, rimane il fatto che pure un commissario verrebbe messo in crisi per trovare le soluzioni adeguate.
In generale l’AMA sta tentando di migliorare la situazione lanciando nuove iniziative. Nel 2021, ad esempio, inizierà una campagna per la raccolta e il riuso degli oli esausti vegetali alimentari. Saranno disponibili appositi contenitori per il recupero degli oli. Gli oli raccolti saranno destinati alla produzione di biocarburanti e di glicerine per i saponi, evitando il rischio di contaminazione e di inquinamento attraverso gli scarichi domestici.
Insomma, non ci sono ancora molte soluzioni all’orizzonte. Ormai manca poco all’elezione di un nuovo sindaco e quasi tutti i candidati proclamando di risolvere l’emergenza rifiuti – staremo a vedere.
Da parte nostra dobbiamo continuare a fare la raccolta differenziata, senza scoraggiarci nonostante tutto. Così, nel nostro piccolo, aiuteremo l’AMA ad appoggiarsi sempre meno alla regione. A questo proposito abbiamo scritto una piccola guida sugli errori più comuni che si commettono differenziando in casa. Inoltre per Roma nello specifico si può sempre consultare la guida dell’AMA che indica in quali cassonetti o centri raccolta lasciare diversi prodotti.