Era il 1992 quando Italia, Francia e Principato di Monaco iniziarono una collaborazione, che 30 anni dopo fortunatamente continua. L’obbiettivo era quello di creare un area di mare adibita alla protezione dei grandi Cetacei marini, nasceva il progetto PELAGOS conosciuto anche come Santuario dei Cetacei. Questo Santuario si estende per 87500 km^2 andando dalla costa ligure a nord fino alle coste settentrionali della Sardegna sud e e dalla penisola di Giens a ovest fino a Fosso Chiarone in Toscana ad est. Si tratta di un’area veramente estesa al cui interno troviamo 2200 km di coste, ma perché fu scelto proprio questo tratto di mare?

Perché proprio il mar Ligure?
Ma come mai tra tutto il Mediterraneo proprio nel mar Ligure? Si tratta di un bacino caratterizzato da un elevata profondità, arriva addirittura a 2600 m di profondità, è caratterizzato da una piattaforma continentale piuttosto ridotta che precede una scarpata molto ripida scavata da numerosi canyon. È inoltre un particolare luogo di incontro tra le acque fredde atlantiche e le acque calde che risalgono lungo il mar Tirreno.
La particolare conformazione della costa e la presenza di montagne sottomarine, permettono la risalita in superficie delle fredde acque atlantiche ricche di nutrienti, che comportano un elevata produzione primaria. Si ha quindi un mare ricco di vita che attira molti animali marini, in particolare molti mammiferi marini.
Questa risalita viene chiamata upwelling, cioè le acque ricche di nutrienti come fosfati e nitrati da 100-200 m di profondità risalgono in superficie. Questo accade specialmente in presenza di ostacoli sottomarini e sulla cima si trovano spesso delle vere e proprie oasi di vita sottomarina.
Le specie
Le caratteristiche ambientali attirano quindi, come dicevamo prima, molti mammiferi marini. Molti sono piuttosto noti, altri invece più sconosciuti.
I cetacei sono divisi in due ordini principali:
Odontoceti: caratterizzati da mascelle provviste di denti, un singolo sfiatatoio posto sul capo. Tra le specie più note troviamo: il capodoglio, la stenella, il globicefalo e altri.
Misidacei: sono caratterizzati dai fanoni, lunghi dentini sottili che funzionano come un filtro, trattenendo i piccoli animali planctonici di cui questi maestosi animali si nutrono. Appartenenti a questo sott’ordine vi sono specie come la megattera, balenottera comune e molte altre.
Uno tra gli animali più comuni che si possono incontrare nel Santuario è sicuramente il Capodoglio (Physeter macrocephalus). Conosciuto universalmente grazie alla storia di Moby Dick, si tratta di un mammifero molto grande, che può arrivare anche a 18 m di lunghezza. Questo cetaceo è un formidabile predatore, capace di arrivare ad elevate profondità, anche più di 2000m, trattenendo il fiato. Il nome deriva dalla forma della testa ricca di un olio, chiamato “spermaceti” che permette all’animale di immergersi. Modificando la densità, attraverso una regolazione della circolazione sanguigna, riesce a gestire la gallegiabilità.

Un’altra specie nota e famosa è il Tursiope ( Tursiops truncatus ) quello che viene spesso definito delfino. Questo animale può arrivare a misurare anche 3,5m e generalmente vive vicino alla costa, più comune in prossimità delle coste di Corsica e Sardegna, si avvicina anche alle coste continentali.
Tra le specie meno note nel mar Ligure si incontrano: lo zifio ( Ziphius cavirostris ) che è un grosso odontocete capace di arrivare a 3 tonnellate di peso. Il globicefalo ( Globicephala melas ), altra specie poco conosciuta, può raggiungere i 6 metri di lunghezza; si tratta di un animale molto socievole e che costituisce branchi con legami molto forti. Questi legami spesso sono alla base di grandi spiaggiamenti di interi branchi di questi stupefacenti animali.


Le minacce
Il Mediterraneo e il mar Ligure sono mari estremamente trafficati, giornalmente passano grandi quantità di navi che mettono in pericolo molti animali. Uno dei rischi maggiori è infatti quello delle collisioni tra una nave e uno di questi cetacei. I più a rischio sono animali di grandi dimensioni come il capodoglio o la balenottera comune. Proprio per questo all’interno del santuario sia la comunità scientifica che molte compagnie di trasporto marittimo si stanno adoperando per creare protocolli che permettano una navigazione più sicura e rispettosa dello spazio degli animali.
Il continuo passaggio di navi causa anche un notevole inquinamento acustico che disturba e danneggia i cetacei del mediterraneo. L’acqua è infatti un ottimo conduttore del suono, molti rumori possono essere quindi trasportati per molto tempo ed arrivare molto lontano. Le pale delle eliche che si muovono costantemente e l’uso del sonar confondono e possono assordare gli i mammiferi marini, causando anche catture accidentali da parte dei pescatori. L’inquinamento acustico antropogenico tuttavia non viene in alcun modo regolamentato, e dato che siamo sempre più dipendenti dai trasporti marittimi questo problema non farà che acuirsi.
Un esempio per il mondo
Nonostante tutto però il santuario dei cetacei del mar Ligure è un ottimo esempio di come sia possibile la collaborazione tra diversi enti e nazioni sia possibile per il bene dell’ambiente. È però necessario ancora molto lavoro dato che le problematiche e i pericoli per l’ambiente e i mammiferi sono molti. In particolare il whale watching è un utile strumento per conoscere e imparare come proteggere questi stupendi organismi.
Bisogna però agire con maggiore vigore per assicurare un vero santuario di tranquillità, questo però risulta molto difficoltosa dato l’elevato interesse economico che il porto di Genova ha nelle rotte passanti per il Mediterraneo e il mar Ligure.