Fashion Revolution su pellicola

Ogni 24 aprile cade l’anniversario del crollo del Rana Plaza. Questo disastro ormai è considerato l’evento scatenante di una reazione globale contro la fast fashion. Dal 2013 a oggi sono stati scritti molti articoli e libri a riguardo e sono stati girati altrettanti documentari.

Oggi vorrei parlare del lavoro di Andrew Morgan, il regista del famoso documentario The True Cost (2015) e della recente miniserie TV Fashionscapes (2018 – in lavorazione).
Quindi se avete già visto il primo, potete scorrere alla seconda parte dell’articolo e scoprire di più sulla sua ultima creazione,  in particolare sull’ultimo interessantissimo episodio.

The True Cost

Questo documentario fece molto parlare di sé, perché uscì a soli due anni dal crollo del Rana Plaza. Per approfondire questo disastro, vi consiglio di consultare l’articolo del nostro blog proprio su questo argomento. Io non mi dilungherò qui su tutti gli eventi accaduti – anche perché nemmeno il documentario lo fa.
The True Cost infatti usa il disastro come punto di partenza per capire come siamo arrivati a tanto e cosa possiamo fare per evitarne altri. Per questo nel documentario non sono intervistate soltanto le poche operaie sopravvissute ma anche moltə produttorə dell’industria tessile ed economistə che hanno studiato fenomeni come il consumismo e il capitalismo. A questo proposito mi è tornato spesso in mente il libro di Naomi Klein, No Logo (Knopf, 1999), che già nel prevedeva disastri di questo tipo e denunciava lo sfruttamento dei paesi in via di sviluppo.

Moltə dei responsabilə delle compagnie di fast fashion rispondevano all’accusa dicendo che nei paesi del terzo mondo era già una buona cosa avere un lavoro e che quelle persone potevano finire a fare cose molto peggiori che lavorare in un’industria tessile.
La verità è che queste bugie ce le siamo raccontate tuttə mentre compravamo un capo a 5 euro fatto con materiali chiaramente scadenti. Quando si parla di capitalismo, i consumatorə sono responsabili quasi quanto l’azienda. Soprattutto in un momento storico in cui si può chiedere all’industria tessile di essere più trasparente e dichiarare come e da chi sono stati fatti i vestiti che compriamo.

Il film è stato pubblicato su YouTube in modo che più persone possibili possano vederlo.

The True Cost è su YouTube in versione integrale.

Hai già visto The True Cost?

Anche la miniserie Fashionscapes si trova su YouTube, al canale di “Eco-Age TV”. 
A questo punto devo fare una piccola parentesi su Eco-Age, un’agenzia di consulenza per i marchi che vogliono essere sostenibile ed etici. È stata fondata da Livia Giuggioli Firth, che è anche la direttrice creativa dell’azienda ed è stata la produttrice esecutiva di The True Cost, e da suo fratello Nicola.
Giuggioli si è unita alla Fashion Revolution da anni e si è interessata sempre di più al problema anche grazie alla giornalista Lucy Siegle, che ha scritto moltissimi articoli sul Guardian proprio sulla moda sostenibile. Con lei è stata in Bangladesh nel 2009 e ha scoperto l’impatto che i vestiti che compriamo hanno su popolazioni che vivono dall’altra parte del mondo.

Ecco, Livia Giuggioli Firth è anche la produttrice e protagonista di Fashionscapes. Questa serie la segue in vari paesi del mondo dove esplora la filiera della moda e intervista i produttori locali.
Erano già usciti tre episodi: sui pastori per la produzione di lana, sull’impatto dell’estrazione di diamanti in Botswana e sugli artigiani tessili del Guatemala. Poi ieri è uscito finalmente un nuovo episodio.

Fashion scapes: A Living Wage

Il quarto episodio è stato pubblicato proprio per commemorare l’anniversario del disastro Rana Plaza.

È una puntata particolare perché esce dopo un anno veramente tragico dal punto di vista sanitario ed economico. Infatti la situazione per le lavoratrici è chiaramente peggiorata. A causa della pandemia, il 60% delle operaie in Bangladesh lotta per la sopravvivenza. La maggior parte di loro ha dichiarato di essere più spaventata di morire di fame che di Covid.

Molte hanno perso il loro lavoro senza preavviso e faticano a vivere senza nemmeno quel misero stipendio che ricevevano fino all’anno scorso. Questi licenziamenti improvvisi hanno evidenziato quanto l’intero sistema sia corrotto. Infatti il problema non è che abbiano perso il lavoro, ma che dopo anni spesi a fabbricare vestiti non abbiano nulla da parte. Il loro stipendio è sempre bastato solo per la sopravvivenza, nessuna riesce ad accumulare abbastanza soldi per emanciparsi.

Come combattere la fast fashion: la proposta di The Lawyers Circle

The Circle è una ONG fondata da Annie Lennox per difendere i diritti delle donne nei paesi più poveri. Il suo distaccamento di avvocate per i diritti umani, The Lawyers Circle, ha presentato la prima proposta di legislazione sul salario minimo nel settore tessile al Parlamento europeo.
Questa proposta ha due obiettivi principali:

  • ottenere un aumento graduale dei salari minimi legali nei paesi produttori, cambiando le pratiche di acquisto degli importatorə e dei rivenditorə dell’UE, in modo che dopo tre anni il livello non sia inferiore a quello necessario per sostenere una vita dignitosa;
  • incoraggiare le fabbriche a cambiare le loro pratiche e a pagare i loro lavoratori molto più del salario minimo legale, in modo che i rivenditorə possano usare quegli impianti di produzione senza violare i severi requisiti aggiuntivi del regolamento.

Ti è piaciuto l'articolo di Dorotea Theodoli?

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Yoga è stata pescata accidentalmente da un peschereccio a strascico davanti alla costa di Cesenatico. Attualmente sta svolgendo il processo di riabilitazione in vasca presso le strutture di Cestha e nei prossimi giorni svolgerà gli accertamenti veterinari. Ancora non ha iniziato ad alimentarsi, si deve ancora abituare alla sua vasca.

The Black Bag ha deciso di battezzarla con il nome Yoga - dopo averla adottata - per ringraziare David e Gruppo Yoga Solidale Genova per aver contribuito, con una donazione, alla sua adozione.

Bellolampo viveva insieme al suo branco di cani liberi nella discarica di Palermo situata in Via stradale Bellolampo, dalla quale prende il nome.

Non sappiamo esattamente perché, ma il branco è stato catturato e portato nel canile municipale di Palermo, un luogo assolutamente inospitale, inadeguato e spaventoso per tutti i cani, ma soprattutto per i cani nati liberi che non hanno praticamente mai avuto contatti con l’uomo.

La data di nascita viene indicativamente riportata come l’1/12/2015 e l’ingresso nel canile di Palermo è avvenuto il 9/4/2016.
Bellolampo aveva solo 4 mesi quando è stato tolto dal suo territorio nativo e separato dai suoi fratelli per essere chiuso in un box sovraffollato.

Una volontaria del canile di Palermo segnalò a Buoncanile l’urgenza di trovare una sistemazione migliore per lui così riuscirono a farlo arrivare a Genova nell’ ottobre 2016 insieme ad un'altra cagnolina, Papillon.

Furono i primi cani del #buoncanileprogettopalermo.

Bellolampo ha subito manifestato una forte paura nei confronti delle persone e dell’ambiente, arrivando anche a mordere, mentre si è dimostrato da subito capace e desideroso di instaurare forti legami con gli altri cani.

Nel tempo ha imparato a fidarsi dei gestori del canile e piano piano ad aprirsi anche a pochi volontari selezionati.

Essendo un cane molto carino e anche di piccola taglia negli anni ha ricevuto diverse richieste di adozione, ma tutte incompatibili con il suo carattere diffidente e spaventato.

Una curiosità? Bellolampo ama gli equilibrismi! Gli piace saltare sui tavoli, le panche, le sedie, i muretti e proprio non resiste al fascino della carriola!!

Mix pittina dagli occhi magnetici... salvata da pesante maltrattamento. Viveva a Napoli legata alla ringhiera delle scale condominiali ad una corda cortissima.

Lei è un cane eccezionale, nata nel 2013. Entrata in canile nel 2014 si è subito distinta per le sue naturali doti olfattive: con lei abbiamo lavorato tantissimo sulla discriminazione olfattiva, fino a farle seguire delle vere e proprie piste di sangue finalizzate al ritrovamento di persone scomparse (attività fatte solo ai fini ludici).

Non va d’accordo con i suoi simili, per cui cerca una famiglia senza altri animali in casa, una famiglia dinamica , esperta e disposta ad un percorso conoscitivo.

Paco cerca casa! Si trova a Genova!

Paco è stato adottato da cucciolo con la superficialità di chi crede che un cucciolo sia un foglio bianco sul quale scrivere ciò che si vuole, e con la stessa superficialità è stato portato in canile perché dopo due anni era cresciuto con caratteristiche diverse da quelle di un peluche.

Paco è un cane affettuosissimo, curioso e dinamico, viene presentato a tutti i nuovi volontari del canile come uno tra i cani più equilibrati e gestibili anche per chi è alla prima esperienza.

Ama passeggiare a lungo, è già abituato a vivere in casa, viaggia volentieri in auto, è sempre alla ricerca di nuove avventure da fare in compagnia dei suoi amici, è molto bravo in città, non ha paura delle persone, né dei cani. Non ama i cani maschi, è invece molto bravo con le femmine. Non è compatibile con i gatti.

E’ un cane adulto oramai, è nato nel 2014, una taglia media (circa 20 kg), è un cane che sa gestire bene le emozioni, i suoi bisogni e i suoi spazi.

Paco ha bisogno di un'adozione responsabile, che non sottovaluti i segnali di stress che sa comunicare, soprattutto quando vuole riposare in cuccia senza essere disturbato.