Gli ambientalisti lottano da anni per vedere riconosciuto il diritto ad un ambiente sano, pulito e sostenibile. Ce ne aveva parlato approfonditamente Lucia Doni nel suo imperdibile articolo per il nostro blog. Il Consiglio dell’ONU lo aveva riconosciuto un diritto fondamentale nel 2021, e ora la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi entra finalmente nella Costituzione Italiana. Alla seconda lettura alla Camera, la proposta di legge è passata con 468 voti a favore, 1 contrario e 6 astenuti. Mentre il Senato lo aveva già approvato con la maggioranza dei due terzi il 3 novembre. Gli articoli che subiscono modifiche sono il 9 e il 41, che aggiungono alcuni passaggi importanti, come si può vedere di seguito:
Articolo 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. TUTELA L’AMBIENTE, LA BIODIVERSITÀ E GLI ECOSISTEMI, ANCHE NELL’INTERESSE DELLE FUTURE GENERAZIONI. LA LEGGE DELLO STATO DISCIPLINA I MODI E LE FORME DI TUTELA DEGLI ANIMALI».
Articolo 41: « L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, ALLA SALUTE, ALL’AMBIENTE. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali E AMBIENTALI».

Ma quali sono le implicazioni concrete di questa vittoria ambientalista per l’Italia?
Una rivoluzione gentile per il diritto ad un ambiente sano
Il riconoscimento del diritto ad un ambiente sano è una grande conquista che avrà un impatto importante in moltissimi settori. La proposta era nata già nel 2019 e si è trasformata nel tempo fino ad arrivare alla forma concreta attuale. Il bisogno derivava dalla necessità di dare risposte all’attenzione sociale che era nata negli ultimi decenni e che era tornata a farsi sentire grazie ai “Friday For Future” organizzati dai giovanissimi di tutto il mondo.
In Italia si è voluto dare una forma molto completa alla proposta di legge che all’inizio chiedeva solo di aggiungere la parola “ambiente” in Costituzione. La necessità di intervenire sui principi fondamentali della Costituzione, trattati nei primi dieci articoli, è una svolta che fa ben sperare riguardo l’impegno ambientale della nazione. Inoltre, per una volta la decisione è avvenuta in tempi brevi e senza bisogno di ricorrere a un referendum. Questo è un chiaro segnale di come la sensibilità di tutti, cittadini e classe politica, sia cambiata negli anni rispetto ai temi ambientali.

Le modifiche agli articoli
Per quanto riguarda l’articolo 9, è molto significativa la modifica dedicata e rivolta alle future generazioni, sostenendo l’impegno ad agire nel loro più pieno interesse. Questa dicitura implica che non si debba soltanto assicurare la soddisfazione dei bisogni delle odierne generazioni, ma che ci si impegni a concepire interventi che guardino al lungo periodo, senza obiettivi di breve scadenza. Questo vuole assicurare che siano valutate le migliori condizioni di vita delle generazioni che verranno.
Maggiore concretezza viene data anche attraverso la modifica dell’articolo 41. Viene sancito infatti che siano attuati ulteriori controlli rispetto alle attività di imprese private del territorio che con le loro azioni potrebbero gravare sull’ambiente. Questo potrebbe fungere da deterrente per molte realtà che non operano eticamente nei riguardi del nostro pianeta e della nostra salute come cittadini. La qualificazione dei valori dell’ambiente e della salute come “primari” implica pertanto che gli stessi non possano essere sacrificati ad altri interessi, anche se costituzionalmente tutelati. Si richiede più impegno nella ricerca di un punto di equilibrio tra intressi economici e ambientali, con la speranza di risolvere questa dimensione spesso conflittuale.
L’ambiente al centro dell’attenzione

Grazie a quest’ultima importante vittoria, l’ambiente acquisice valore come bene in sè e non più in ottica antropocentrica, ovvero come bene assoggettato all’uso dell’uomo. Si viene pertanto a delineare un modello economico e sociale che vede nell’ambiente il motore per uno sviluppo circolare. Proprio questi principi potrebbero cambiare le logiche della produzione e del consumo e avviare una svolta culturale. L’attenzione che si è data nel porre la tutela dell’ambiente al centro dei vari dibattiti avvenuti durante il G20 e poi alla COP26 di Glasgow, per citarne alcuni, rappresenta un segnale forte e una sfida per tutti noi a un comportamento più attento e responsabile.
Stabilisce, come condiviso dal presidente dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), “che l’ambiente è un diritto di tutti (e che) non è più tempo per esitazioni. La tutela dell’ambiente diventa una norma sancita dalla Costituzione ed il principio cardine attorno cui far ruotare la ripartenza del Paese.” Non può esserci futuro senza un ambiente sano e tutelato.