L’inquinamento ambientale
Una Domenica passata a ripulire dalla sporcizia il parco di Villa Borghese non basta.
Un gruppo di ragazzi ha deciso di prendersi cura volontariamente del parco più importante di Roma, raccattando i rifiuti abbandonati e analizzando le zone della villa più colpite.
Il gruppo di volontari ha lavorato in tre zone principali nella parte est del parco. Tutte e tre sono limitrofe a Via Pinciana, dove ci sono il maggior numero di entrate al parco.
Vista la facilità di accesso, l’elevata presenza di rifiuti in queste zone ha suscitato grandi preoccupazioni per l’inquinamento che provocano.
La zona 3 comprende il Parco dei Daini, la parte più a est, e permette l’entrata dal quartiere Parioli.
Per di più questa zona porta alla Galleria Borghese, museo iconico del parco.
Il Parco dei Daini (zona importante), è inondata di mozziconi di sigarette, trovati di fianco alle panchine.
Nascosti nelle aree perimetrali si trovano fazzoletti, confezioni monouso, frammenti di vetro e di plastica, che sono pericolosi per i bambini e gli animali che ci corrono sopra.
La zona 2, invece, comprende il Museo Borghese e i prati circostanti.
Mentre la zona attorno al museo è molto ben frequentata, sia da famiglie che da turisti, i prati non lo sono.
Oltre ad avere gli stessi rifiuti del parco dei Daini, ha sorpreso perché è piena di bustine di preservativi.
Sembra impossibile ma purtroppo il parco è ancora frequentato di notte, esattamente come dagli anni ’50 agli anni ’70, narrati nel libro Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini (Garzanti, 1955).
Eppure il parco dovrebbe essere sorvegliato anche di notte.
Terrorizza il fatto che di notte la villa oltre a essere illuminata in maniera inappropriata, è frequentata da senzatetto e approfittatori che la mattina abbandonano i loro rifiuti per terra.
Nel weekend la Zona 1 e 2 sono i luoghi preferiti dai cittadini per fare picnic (gli stessi luoghi dove vengono ritrovati i rifiuti lasciati lì la notte): infatti appena dopo il pienone dell’ora di pranzo si riscontra un incremento di fazzoletti, bottiglie di plastica e lattine, dimenticate, scartate o perse.
Analisi dei rifiuti trovati
Ciò che non è perdonabile, è che sembra che nessuno noti la quantità di spazzatura incustodita che c’è nel parco, e che finora nessuno si sia mai preso del tempo per far notare questo problema, soprattutto al comune di Roma, che pur avendo distribuito secchi per la spazzatura attorno al parco, non ha mai agito contro i malfattori.
Il gruppo di volontari, analizzando le ricorrenze delle posizioni di alcuni rifiuti, ha constatato che vi è una grande concentrazione di sporcizia accanto alle panchine, probabilmente perché è più facile buttarla per terra che alzarsi e buttarla nel cestino che si trova a venti metri, ma soprattutto all’interno di siepi e attorno agli alberi.
È importante associare il fatto che i rifiuti siano nascosti all’interno di siepi o attorno agli alberi, al tipo di persone che li hanno gettati là (è anche possibile che siano stati portati là da animali o dal vento).
Questo collegamento non è casuale, difatti evidenzia che il malfattore è consapevole del suo atto e per non avere rimorsi nasconde il suo scarto.
Ancora più preoccupante è chi butta i mozziconi di sigarette, perché questa volta, nell’indifferenza più assoluta, c’è chi li getta con noncuranza.
Questi oltre a essere molto tossici per l’ambiente possono causare incendi o intasamenti dei tombini.
Altre ricorrenze mostrano che la più alta concentrazione di rifiuti è situata lungo i lati dei viali e dei passaggi, a dimostrazione che le zone più frequentate sono le maggiormente inquinate.
Inoltre si è osservato il fatto che lungo i confini del parco la maggior parte dei rifiuti proviene dall’esterno, buttati attraverso la recinzione (questo accade soprattutto lungo Via Pinciana).
Conclusioni
È per questo che gruppi di volontari che aiutano a pulire le aree pubbliche sono essenziali per risolvere il problema della spazzatura nei parchi ma anche in città.
Serve sensibilizzare la popolazione al rispetto dei luoghi pubblici, all’importanza della raccolta differenziata e a saper non essere indifferenti.
Ciò che ci rende ancora più colpevoli dell’inquinamento ambientale è la nostra indifferenza al problema. Di certo non ne risentiamo direttamente, ma ne risentono la fauna e la flora del parco, che vengono piano piano rimpiazzate dai nostri rifiuti.
L’orizzonte più vicino è che il comune di Roma, grazie all’aiuto di questi gruppi volontari, possa identificare le zone del parco più colpite e agire, per fermare questa indifferenza.